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Il viadotto Del Ranco sul Quadrilatero Marche-Umbria

Un altro tassello è andato al posto giusto nei lavori di realizzazione dell’importantissimo progetto

Il viadotto Del Ranco sul Quadrilatero Marche-Umbria

Una particolarità sulle saldature di composizione

Accade sovente che, per motivi geometrici e funzionali, non sia possibile adottare altezze di travi efficienti in termini di rapporto altezza della sezione/luce, che, generalmente, ha valori intorno ad 1/16-1/20. È stato il caso dei viadotti in disamina: per garantire i franchi sulla strada che sovrapassano, non si è potuta adottare una sezione delle travate in acciaio superiore a 1,75 m su una luce di 50 m, per cui tale rapporto è sceso ad 1/28 circa. Ciò ha comportato, nelle zone con basso gradiente di momento, quindi a taglio minimo, la compresenza di piattabande alquanto spesse (40 mm) con anime relativamente sottili (16 mm), rendendo possibile l’adozione, visti i piccoli scorrimenti statici e a fatica (taglio minimo), di saldature di composizione anima/piattabanda a doppio cordone d’angolo di lato z = 8 mm. Questo valore è inferiore al valore tecnologicamente consigliato dal prospetto 9-I della CNR 10011, pari a z = 9,5 mm, ma, di intesa con l’Istituto Italiano della Saldatura, è stato portato a z = 8 mm (nel gergo = “z8”) previ test macrografici di pre-produzione, atti a verificare il rispetto dei parametri propri di una saldatura tecnologicamente eseguita a regola d’arte. Le ragioni di queste indagini, nei casi di saldature di dimensioni contenute rispetto al più grosso degli spessori da unire, trovano la loro genesi in aspetti fisico-metallurgici. All’interno del giunto saldato si può distinguere una zona fusa ZF e una zona termicamente alterata ZTA, nelle cui prossimità si verificano o si possono verificare gravi difetti quali cricche a caldo, cricche a freddo e strappi lamellari. Tali test di pre-produzione consentono di individuare i giusti parametri quali apporto termico specifico, intensità di corrente, la sua tensione e la sua velocità di esecuzione. Sulla severità del ciclo termico, altrettanto influenti sono lo spessore dei pezzi e la temperatura di preriscaldo per ridurre la possibilità dell’insorgere di difetti in zona fusa e ZTA.

Il progetto del varo

Quando i ponti sono cavalcavia – è questo il caso – un elemento caratterizzante è la minimizzazione del tempo di chiusura dell’arteria da sovrappassare. Per il varo dei viadotti “Del Ranco”, allo scopo è stata messa in campo una “operazione lampo” con soluzione mista, tra varo a spinta e varo dal basso, a causa delle complesse condizioni orografiche al contorno. Nel contempo, è stato reso minimo l’ausilio di bilancini ed attrezzature di appensione, in modo da installare e disinstallare velocemente, e in sicurezza, le funi di tiro, con l’adozione di piastroni presaldati alle travi (golfari).

I mezzi di cantiere

  • Una autogru da 800 t (modello Demag AC 800 nella configurazione HASSL 0° con zavorra da 160 t);
  • una autogru da 500 t (modello Demag AC 500 nella configurazione HA con zavorra da 160 t);
  • due SPMT – MSPE (Self propelled modular transporters: carelli modulari semoventi), per l’avvicinamento delle travate al punto di presa delle autogru.

È stato dapprima eseguito l’avvicinamento degli impalcati alla spalla mediante carrelli semoventi SPMT, con successiva presa in carico da parte dell’autogru da 800 t. Successivamente, una volta completata la traslazione lungo l’asse stradale, sono stati presi in carico anche dall’autogru da 500 t. L’ultima traslazione, in ombra alla posizione finale, è stata eseguita tramite l’aumento degli sbracci sotto tiro. Il peso complessivo, di ciascuno degli impalcati, è pari a 210 t, agganciati in quattro punti di sospensione, con canestro di tiro (a V capovolta), realizzato con funi metalliche da 85 t di portata. In luogo dei canonici 60° di tiro è stato ampliato tale angolo d’incidenza, per mitigare le componenti orizzontali dei vettori forza, evitando in tal modo sovrasollecitazioni ai diaframmi e/o l’ausilio di bilancini di tiro, per i motivi di rapidità di cui sopra.

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