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Il ponte sospeso di Kamoro in Madagascar

Soluzioni tecniche e strutturali per ponti sospesi di luce medio-piccola

Per quanto riguarda una soluzione strallata si deve considerare che anch’essa richiede dei mezzi di cantiere importanti per la realizzazione dell’impalcato, sia esso in acciaio o in calcestruzzo. Nel caso in cui tali mezzi fossero disponibili, allora lo schema strallato potrebbe essere preferibile, in quanto presenta alcune semplificazioni vantaggiose rispetto a quello sospeso. Diversamente, la sola soluzione percorribile è quella di un ponte sospeso che può effettivamente essere messo in opera con mezzi molto ridotti, anche in considerazione che il Kamoro durante la stagione secca si guada a piedi.

Le scelte determinanti per poter realizzare un ponte sospeso di piccola luce con costo contenuto sono a nostro avviso le seguenti:

  1. le torri devono essere realizzate in calcestruzzo con sezione piena allungata. Ipotizzando per i cavi di sospensione un rapporto luce/freccia di circa dieci si ottengono torri alte meno di 25 m sopra il piano impalcato con un rapporto resistenza/rigidezza appropriato. Due trasversi possono sono sufficienti, l’ultimo a quota selle, e possono essere realizzati anche in acciaio;
  2. si deve evitare l’uso di selle metalliche, possono bastare dei coppi metallici annegati nel calcestruzzo delle torri. Le selle sono quindi ricavabili dall’opportuna sagomatura del capitello in calcestruzzo in testa alle torri;
  3. le funi di sospensione devono essere costituite da più cavi piccoli disposti parallelamente, in modo che ciascun cavo possa essere sostituito individualmente e che l’insieme formi una passerella di lavoro e d’ispezione durante la costruzione e la manutenzione dell’opera;
  4. la soletta d’impalcato deve essere in calcestruzzo armato, più economica e di più facile manutenzione rispetto ad una piastra ortotropa. Il peso aggiuntivo irrigidisce il sistema senza aggravio economico essendo, su dette luci, il costo d’approvvigionamento dei cavi di sospensione di bassa incidenza sul costo totale dell’opera;
  5. l’impalcato è realizzato con travatura metallica reticolare modulare, facilmente trasportabile e assemblabile.

Per quanto riguarda infine gli ancoraggi, ovviamente tutto dipende dalle condizioni geotecniche. Nel caso di Kamoro, le arenarie compatte relativamente superficiali rendono possibile la realizzazione di strutture che resistono a gravità e attrito con un costo accettabile.

Di particolare importanza è il punto 3, ovvero tecnologia e disposizione dei cavi. Nel caso del Kamoro esistente la sostituzione individuale dei cavi non risulta possibile in quanto questi sono messi su tre piani sovrapposti e non possono essere liberati dalle clampe senza smontare tutte le altre ed i relativi pendini. Pertanto si prevede di poggiare l’impalcato su torri provvisorie (considerato che il fiume è per lunghi mesi in secca), rilasciare tutto il sistema di sospensione e quindi sostituirlo con funi identiche che utilizzano gli stessi ancoraggi e le stesse clampe.

L’adozione della tecnologia a trefoli utilizzata nel precompresso e per gli stralli può certamente portare a risparmi significativi rispetto alla soluzione a funi e garantisce un’ottima durabilità senza l’onere di compattare e rivestire le funi, come è prassi per i ponti sospesi di grande luce. L’unica controindicazione all’utilizzo di trefoli singolarmente viplati è quella di non poter trasferire forze tangenziali elevate ai cavi, come ad esempio avviene per i primi pendini accanto alle torri. Tuttavia per i tratti più inclinati dei cavi è possibile trovare soluzioni alternative alla realizzare delle clampe particolarmente onerose che siano in grado di trasferire le forze tangenziali ai trefoli viplati. Per la costruzione di un ponte sospeso economico è infatti necessario ridurre al massimo o eliminare del tutto le fusioni che interessano non solo le clampe, ma anche selle, deviatori e capocorda.

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