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Il ponte di Archimede: l’evoluzione tecnica di un concetto storico

Recentemente si è parlato molto del ponte di Archimede, presentandolo come una nuova soluzione strutturale frutto degli ultimi decenni di studi, divisi tra Italia e Norvegia. La realtà è che la storia di questa struttura è più complicata, molto più lunga e ben più affascinante

Il ponte di Archimede: l’evoluzione tecnica di un concetto storico

Anche l’esperienza nelle operazioni marine per l’installazione delle piattaforme era limitata nel tempo. Ma qualcosa di concreto succede negli anni Ottanta: la Società Statpipe (Statoil) deve costruire una struttura a protezione e guida di due gasdotti a Kårstø, in Norvegia.

Avendo poco tempo a disposizione, indice un Concorso che viene vinto dalla Società di progettazione e costruzione F. Selmer AS. La proposta riguarda la realizzazione di due condotte rettangolari in calcestruzzo, con conci di lunghezza da 90 a 150 m, per una lunghezza totale di 590 m, poggianti su elementi in calcestruzzo.

La struttura, che può essere considerate il precursore del ponte di Archimede, venne realizzata in nove mesi. La grande differenza tra la struttura realizzata e quello che oggi chiamiamo ponte di Archimede è che quest’ultimo è inteso come ponte per il trasporto di mezzi e/o persone e che gli elementi del ponte realizzato dalla Selmer non sono giuntati tra loro, condizione che sarebbe inammissibile per un ponte di Archimede, dati i requisiti di impermeabilità necessari per l’utilizzo della struttura stessa.

L’opera realizzata per la Statpipe non solo ha permesso di dimostrare che la tecnologia relativa alle operazioni marine necessarie alla costruzione della suddetta struttura era sufficientemente matura, ma ha anche fornito un importante contributo scientifico per le Normative nazionali norvegesi nell’ambito della durabilità del calcestruzzo.

La struttura è infatti stata monitorata per 26 anni e i risultati della suddetta ricerca sono oggi alla base della progettazione delle strutture in calcestruzzo per garantire strutture durevoli in ambienti aggressivi. 

La E39 e il grande investimento norvegese

Il punto di svolta per il ponte di Archimede viene offerto dalla E39. Già nel 2011 era stato fatto uno studio preliminare per l’attraversamento del Sognefjord, per capire su quali strutture ci si sarebbe potuti concentrare nella valutazione degli attraversamenti lungo la E39.

Il Sognefjord è infatti il fiordo più profondo lungo lo sviluppo della E39 sulla costa Ovest. Una profondità di oltre 1,3 km in una zona dove un possibile attraversamento dovrebbe essere lungo quasi 4 km porta ad escludere la possibilità di utilizzare strutture tradizionali per la realizzazione del ponte.