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Il ponte della Cittadella ad Alessandria

Indagini dinamiche di collaudo e verifica del comfort pedonale sull’opera meglio conosciuta come ponte Meier

Il ponte della Cittadella ad Alessandria

Come precedentemente rilevato, in base a quanto prescritto in EN 1990, Annex 2 [7], il criterio di comfort per le vibrazioni causate o subite dai pedoni può essere definito attraverso il valore massimo ammissibile dell’accelerazione sull’impalcato.

In mancanza di specifiche indicazioni, per l’accelerazione verticale viene raccomandato il valore massimo di 0,7 m/s2: le massime accelerazioni misurate sono risultate sempre abbondantemente inferiori al limite suggeriti, essendo stato il massimo valore assoluto di accelerazione pari a 0,059 m/s2.

Per quanto riguarda infine la stima dell’azione di sospensione nei pendini, si riporta a titolo esemplificativo la correlazione tra le frequenze locali identificate per i tiranti di sospensione centrali.

I valori delle azioni di sospensione nelle cinque coppie centrali di tiranti sono risultati:

  1. compresi tra 386 kN e 466 kN per i pendini verticali;
  2. compresi tra 3.328 e 3.683 kN per i pendini inclinati.

Tali azioni di sospensione sono risultate in ottimo accordo sia con i valori di progetto sia con le misure dirette effettuate in fase di tesatura. 

Conclusioni

La sperimentazione dinamica sintetizzata nella presente nota e principalmente funzionale ad identificare le caratteristiche modali (frequenze naturali e deformate modali) del ponte della Cittadella ha:

  • costituito un importante supporto al collaudo sia attraverso il controllo che almeno il periodo fondamentale (la prima frequenza naturale) dell’opera risultasse confrontabile con quanto previsto in progetto [2], sia mediante la valutazione diretta del comfort sull’impalcato pedonale sia attraverso il controllo delle azioni di sospensione su alcuni tiranti;
  • consentito di stabilire un affidabile ed essenziale riferimento per le fasi di gestione e nell’ottica della manutenzione programmata dell’infrastruttura. A tal proposito, si ricorda che le frequenze naturali e le deformate modali corrispondenti sono grandezze direttamente correlate allo “stato” della struttura in quanto sono univocamente definite dalla distribuzione di masse e rigidezze: ciò implica, ad esempio, che ad una diminuzione locale di rigidezza corrispondano variazioni locali in alcune deformate modali nonché diminuzioni di alcune frequenze naturali. Di conseguenza, la ripetizione di indagini dinamiche effettuata a intervalli temporali prefissati, può permettere di individuare tempestivamente eventuali variazioni delle caratteristiche dinamiche dell’opera, direttamente associabili ad anomalie nel comportamento strutturale, e di intraprendere gli interventi di manutenzione più idonei a ripristinare il normale comportamento dell’infrastruttura.