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Il ponte degli Arci a Tivoli

Il ponte degli Arci, detto anche ponte degli Acquedotti - la cui costruzione è praticamente ultimata alla data di stampa di questo fascicolo -, risolve finalmente il trentennale problema di congestione della S.P. 33 (Empolitana) del tratto di collegamento tra l’abitato di Tivoli e lo svincolo autostradale di Castel Madama della A24

Il ponte degli Arci a Tivoli

Per quanto riguarda la soletta di impalcato, questa è stata gettata su predalle metalliche tralicciate. La soluzione con predalle metalliche, costituite generalmente da una lamiera di 5 mm di spessore irrigidita da tralicci in tondino da calcestruzzo armato standard, sta prendendo piede, in quanto molto performante e relativamente economica.

Le predalles metalliche permettono inoltre di essere saldate le une alle altre, rendendo di fatto collaborante questo acciaio dove necessario. Così in effetti è stato fatto per il ponte degli Arci dove le predalle sono state saldate in zona di momenti negativi, quindi sul cavalletto centrale, rendendole collaboranti ai fini della resistenza alle azioni flessionali che tendono l’estradosso e che sono quelle più fastidiose per gli impalcati a struttura mista, in quanto possono provocare fessurazione della soletta in calcestruzzo.

Per il ponte degli Arci si è utilizzato ancora una volta un calcestruzzo normale, sebbene di buone caratteristiche meccaniche (C35/45), salvo per 20 m a cavallo della pila centrale dove si è utilizzato calcestruzzo fibrorinforzato con fibre metalliche (40 kg/m3) e armatura zincata.

La sistemazione della viabilità e il parco archeologico

Ai primi di Ottobre 2018, il ponte è praticamente terminato e pronto per entrare in esercizio. Sono invece ancora da realizzare diversi lavori di sistemazione finale, sul corso d’acqua dell’Empiglione e su alcune delle preesistenze Romane, come discusso nel seguito.

Su alcune di queste restano peraltro ancora in sospeso alcune prescrizioni e vincoli della Soprintendenza. Il primo problema da risolvere sarà però proprio quello della apertura del ponte. Il progetto esecutivo posto a base di gara prevedeva l’utilizzo della nuova opera a senso unico verso Tivoli lasciando il traffico sulla direttiva Tivoli-Castel Madama sulla Empolitana esistente e quindi sul ponte settecentesco sopra l’Empiglione, realizzando di fatto una grande “rotatoria”.

Questa soluzione trova la contrarietà di chi, non senza ragioni, chiede che il vecchio sedime sia totalmente chiuso al traffico e messo al servizio di una fruizione turistico-archeologica dei luoghi, considerato che in questo tratto l’Empolitana passa sotto due archi di acquedotti Romani, quelli che oggi creano il restringimento al doppio senso di marcia causa delle interminabili code.

La soluzione di chiudere la Empolitana esistente e quindi utilizzare il nuovo ponte a doppio senso di marcia richiede però di rivedere la viabilità e gli svincoli che si hanno in questo tratto di strada.