Condividi, , Google Plus, LinkedIn,

Stampa

Posted in:

Il montaggio del viadotto Caffaro sulla A2 “del Mediterraneo”

Il montaggio dell’opera, fase che ha dovuto soddisfare la complessità geometrica e la sicurezza delle operazioni mantenendo contenuti i tempi di costruzione

Il montaggio del viadotto Caffaro sulla A2 “del Mediterraneo”

Il sistema di montaggio ha dovuto tenere in considerazione la particolare condizione orografica del cantiere che, fin dal principio, ha costituito un vincolo importante, non essendo disponibili aree di cantiere a fondovalle tali da permettere un montaggio di tipo tradizionale con autogru e pile provvisorie. In sede di progetto esecutivo, infatti, si era ipotizzato di poter disporre di aree sufficienti al piede delle gambe, grazie a una risistemazione provvisoria dell’alveo, così da permettere il montaggio dei quattro portali inclinati e un varo di punta da entrambe le spalle per la coppia di impalcati affiancati.

In sede di affinamento costruttivo, invece, la possibilità di realizzare aree di adeguate dimensioni al piede dei viadotti è stata esclusa dalle prescrizioni del Ministero dell’Ambiente a tutela della valle incontaminata del torrente Caffaro. La possibilità di effettuare un varo di punta da entrambe le spalle è stata esclusa, poi, dalla tempistica imposta e dalla indisponibilità di spazio adeguato sul versante lato Salerno.

Le fasi di montaggio

Il montaggio del viadotto è avvenuto secondo le 13 macrofasi; ognuna delle fasi è stata informata direttamente dalle interferenze con le strutture già realizzate, dalla disponibilità degli spazi ridotti presenti, dai vincoli ambientali e dalla volontà di minimizzare i tempi morti; significativo in quest’ottica è stato lo studio delle sovrapposizioni delle singole fasi, unica possibilità per realizzare l’opera in tempi ridotti. La prima operazione attuata è stata la posa in opera delle basi in acciaio, effettuata con autogru telescopiche posizionate sulle ridottissime aree predisposte per realizzare le opere di fondazione.

Sfruttando anche l’area dei pozzi della carreggiata adiacente, si è proceduto con il montaggio delle gambe assemblate in posizione subverticale, collegandole tramite un sistema di controventatura temporanea alle basi con l’ausilio di cerniere provvisorie. Per assemblare in posizione verticale le gambe sono state inserite delle cerniere a perno Ф300 all’interno delle stesse e collegate alle basi e alla piattabanda delle saette mediante apposita bullonatura; le cerniere sono poi state lasciate in opera, ormai scaricate dopo la rotazione finale, in esercizio.

Una volta completato il montaggio in elevazione delle gambe, sono state allestite delle doppie coppie di strand jacks collegate alla base delle opere in calcestruzzo (pozzi delle gambe e plinti di pile e spalle) e alla sommità delle gambe tramite bielle. Le cerniere sono state dimensionate con particolare attenzione sia alla variazione di carico durante le movimentazioni con valori massimi di taglio prossimi a 500 t, sia alla spinta del vento sulle gambe alte piu di 50 m con valore massimo stimato in 805 t per complessivi 1.750 t allo stato limite ultimo.