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Pavimentazioni flessibili: problematiche per un deficit di mano d’attacco

La mano d’attacco consiste in un sottile strato di emulsione bituminosa steso per garantire l’ottimo ancoraggio tra gli strati delle pavimentazioni flessibili; la discontinuità di questo elemento è causa di gravi dissesti legati allo scorrimento reciproco degli strati e alla non corretta distribuzione delle tensioni causate dal traffico veicolare

Pavimentazioni flessibili: problematiche per un deficit di mano d’attacco

Il meccanismo di funzionamento

Una pavimentazione in grado di lavorare come un elemento monolitico presenta un momento di inerzia maggiore rispetto ad una pavimentazione a strati semplicemente adiacenti o con un basso grado di adesione reciproca, anche nel caso in cui la somma degli spessori degli strati adiacenti si consideri coincidente con lo spessore dell’elemento monolitico.

Questo comportamento è giustificato dal fatto che lo spostamento (δ) – quindi l’inflessione alla quale la pavimentazione è soggetta – è, a parità di forza (F) applicata, inversamente proporzionale al momento di inerzia (I), quindi aumenterà al diminuire del momento di inerzia considerato.

L’inflessione della pavimentazione, causata dalle sollecitazioni agenti sulla superficie dello strato di usura, provoca un forte sviluppo di tensioni, sia all’interno del materiale sia all’interfaccia tra i diversi strati nel caso in cui essi siano debolmente interconnessi.

In particolar modo all’interfaccia si originano fenomeni di scorrimento, i quali non fanno altro che accrescere il campo tensionale in quel punto e portare a deterioramento prematuro il materiale. Lo “strato collante” deve quindi agire per fornire un grado di adesione o unione tra gli strati che sia in grado di far comportare la struttura come un corpo unico, in modo tale da permetterle di deformarsi in funzione delle caratteristiche combinate di tutti gli strati.

Il processo costruttivo

Le mani d’attacco sono realizzate con emulsioni bituminose anioniche o cationiche a rapida o media rottura; in alcuni casi, dove è necessario garantire un maggior ancoraggio, vengono utilizzate emulsioni di bitume modificato. Nei casi in cui è necessario invece garantire un’elevata impermeabilizzazione, vengono sostituite da vere e proprie stese di bitume o da guaine bituminose, come per esempio nelle stese su ponti.

Esse vengono spruzzate in fase di preparazione della superficie di stesa e l’operazione viene svolta da spanditrici automatiche prima della stesa del conglomerato a caldo.