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L’evoluzione del laboratorio sperimentale infrastrutture di trasporto

Didattica e ricerca: lo scorso 16 Marzo al Politecnico di Milano è stato inaugurato il laboratorio Infralab nella sua rinnovata configurazione. La Redazione era presente al taglio del nastro e al Convegno che l’ha preceduto, ponendo alcune Domande al Prof. Maurizio Crispino

L’evoluzione del laboratorio sperimentale infrastrutture di trasporto

Ecco di seguito alcuni temi legati al Convegno e al Laboratorio, che abbiamo approfondito nella conversazione con il Prof. Crispino.

“Strade & Autostrade”: “La presentazione di Infralab con attrezzature ancora più innovative si può vedere come un altro segnale nella direzione del WCPAM2017, ovvero quella di una maggior attenzione all’importanza dell’intervento manutentivo, ma anche alle best practice già presenti nel nostro Paese?”.

“Maurizio Crispino”: “WCPAM2017 ha rappresentato un’importante occasione di dibattito internazionale sulla manutenzione, contribuendo in modo sostanziale alla sensibilizzazione sul tema nel nostro Paese. In questo ambito, si inserisce perfettamente Polimi_Infralab che, sulla base di una storia di circa 50 anni, si è rinnovato per cooperare in modo ancor più strutturato e specializzato, con attività di ricerca e servizi conto Terzi, al testing di materiali per i processi costruttivi e manutentivi”.

“S&A”: “Nel suo intervento ha evidenziato come nell’Università italiana vi sia un’attenzione a volte eccessiva per la teoria e non sempre sufficiente verso la pratica, e la stessa presenza di un’aula per 25 studenti all’interno di Infralab appare come una precisa dichiarazione di intenti in questo senso. Come influirà sulla didattica questa maggiore vicinanza coi materiali?”.

“MC”: “Dobbiamo assumere la consapevolezza che l’insegnamento con l’ausilio di esperienze dirette di Laboratorio – e possibilmente anche di campo – risulta più efficace e completo, rendendo la preparazione più adeguata e coerente con le esigenze professionali. La tendenza generale è di far prevalere la preparazione teorica (fino ad approfondimenti che difficilmente risulteranno spendibili nella professione), a discapito di quella sperimentale, compressa e sacrificata dalla prima eppure indispensabile – e peraltro sin da subito – nell’attività.

Ecco perché da tempo al Politecnico siamo impegnati nella realizzazione di aule didattiche per attività sperimentale come quella realizzata in Polimi_Infralab, dove l’allievo può vivere l’esperienza diretta del testing dei materiali venendo a contatto diretto con gli stessi, e superando così i limiti della ordinaria didattica. Questa esperienza sperimentale è il “seme” che deve portare il futuro Ingegnere a sviluppare la sensibilità e l’attenzione alla verifica sperimentale, al risultato, al controllo oggettivo dei materiali e delle opere eseguite”.

“S&A”: “Qual è il ruolo del Laboratorio a supporto delle costruzioni delle infrastrutture, e in quali ambiti si sviluppa?”.

“MC”: “Il ruolo del Laboratorio si esplica in fase di progettazione (caratterizzazione terre in sito, verifica della disponibilità degli approvvigionamenti degli aggregati, ecc.), esecuzione (prequalifiche materiali, controlli in itinere, agibilità e collaudo) ed esercizio (misura delle prestazioni come aderenza, regolarità, portanza, ecc.).

Gli ambiti di azione del Laboratorio si caratterizzano per attualità e centralità rispetto alle tematiche e alle istanze di maggiore interesse e rilievo del settore infrastrutturale. Vanno citati a titolo esemplificativo e non esaustivo: sicurezza (aderenza, drenaggio, sensoristica, pavimentazioni resistenti al fuoco, ecc.); ambiente (riutilizzo terre, aggregati alternativi, asfalti a forte abbattimento del rumore, tiepidi, freddi, ad elevato riutilizzo di fresato, sustainable pavements, ecc.); alte prestazioni (conglomerati per strade a forte traffico, per piste aeroportuali, per circuiti F1, ecc.); durabilità (bitumi modificati, additivati con polimeri, fibre, ecc.)”.