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L’applicazione di uno specifico geocomposito per la manutenzione stradale

Un caso studio inerente lo sviluppo di nuovi materiali che consentono di incrementare l’efficacia degli interventi di ripristino facilitando le procedure operative

L’applicazione di uno specifico geocomposito per la manutenzione stradale

Le fessure si propagano fino alla superficie sotto forma di spaccature longitudinali parallele ma dalla forma irregolare (bassa severità). Sotto i cicli di carico, le fratture ramificano unendosi tra loro e formando poligoni con angoli acuti (media severità). Nella condizione più critica, tali poligoni risultano completamente staccati dalla pavimentazione stradale (alta severità).

A seguito della prima fessurazione, il processo si sviluppa con notevole velocità a causa dell’infiltrazione dell’acqua meteorica che provoca sgranamento e ulteriore indebolimento degli strati portanti che possono indurre cedimenti profondi.

Lungo la tratta, si potevano distinguere tre zone con diverso livello di severità di ammaloramento. Le carote estratte durante le indagini preliminari hanno evidenziato la presenza di uno strato di usura 0/8 di 4 cm piuttosto deteriorato e di uno strato di binder 0/15 di circa 7 cm con migliori proprietà residue.

Come intervento di manutenzione, si è deciso quindi di fresare lo strato superficiale e rimpiazzarlo con un nuovo strato di usura, valutando però tre diverse configurazioni all’interfaccia su supporto fresato. Una che rappresentasse la procedura tradizionale, vale a dire applicando una mano d’attacco, le altre due invece impiegando il geocomposito selezionato con o senza mano d’attacco.

Come fase conclusiva è stato steso uno strato di usura in conglomerato bituminoso AC 8 surf 70/100 di 4 cm. La prima operazione in cantiere ha previsto quindi la fresatura di 4 cm del vecchio strato di usura con strisciate da 1 m, affiancate dal margine fino a giungere a centro carreggiata.

A seguito della fresatura è stata eseguita la spazzolatura della superficie per eliminare residui e polveri che avrebbero potuto inficiare l’adesione tra il supporto fresato e nuovo strato o il sistema di rinforzo all’interfaccia.

Dall’ispezione della superficie fresata postspazzolatura è stato possibile confermare l’ipotesi della completa fessurazione dello strato di conglomerato bituminoso e quindi della migrazione delle fratture dalla base dello strato legato alla superficie.