I lavori di manutenzione delle pavimentazioni stradali stanno prendendo sempre più peso nel panorama dei lavori stradali, richiedendo tecniche ancora più performanti ed efficaci.
In tale contesto, l’uso di geocompositi all’interfaccia tra strati bituminosi è sicuramente una soluzione capace di coniugare elevate prestazioni e ampia versatilità di uso. Tra le varie tipologie disponibili sul mercato e in via di sviluppo, suscitano notevole interesse i geocompositi formati da una mescola di bitume modificato all’interno della quale è integrata una geogriglia di rinforzo.
Essi costituiscono un sistema solidale, autoadesivo, impermeabile, termicamente stabile, dotato di una ottima resistenza meccanica, elasticità e flessibilità anche alle basse temperature, specificatamente progettati per essere impiegati come interstrato sigillante, di rinforzo e di ripartizione dei carichi per la costruzione di nuove pavimentazioni e, in particolare, per la manutenzione di strade deteriorate.
Il presente articolo descrive la realizzazione di un campo prova che ha impiegato tre diverse configurazioni all’interfaccia tra strato fresato e nuovo strato di usura, mettendo a paragone uno specifico geocomposito con e senza mano d’attacco e la procedura tradizionale, ossia spruzzando solamente una mano d’attacco.