La riqualificazione del tratto Valsavignone-Verghereto dell’E45 – in gestione ad ANAS SpA – ha richiesto un intervento di risanamento profondo, passato attraverso lo smantellamento e la rigenerazione sia della pavimentazione superficiale che di quella sottostante.
In un processo così articolato, l’adozione di soluzioni altamente tecnologiche è stata condivisa da tutti gli attori coinvolti: solo un’attenta implementazione a livello di processi ha potuto garantire la sostenibilità dell’infrastruttura.
Tradizionalmente, il manto e la sede stradale sarebbero stati trattati in maniera classica: fresatura e stabilizzazione per spessore costante, senza attenzioni particolari alla riprofilatura e al miglioramento dei parametri geometrici della strada, con un impatto decisamente negativo su qualità, produttività, sicurezza, e sostenibilità.
Oggi, però, i Gestori della rete stradale sono sempre più attenti alla qualità, alla riduzione della durata dei cantieri, ai materiali utilizzati e all’impatto ambientale complessivo dei progetti.
Da qui, nasce la volontà di questi ultimi di dotarsi di un flusso di lavoro tecnologico che possa abbracciare tutte le fasi dell’opera garantendo un impatto positivo per la comunità e l’ambiente. Non ultimo, lo scenario pandemico ha contribuito a dare una forte spinta all’integrazione degli strumenti digitali nel settore delle costruzioni.
La scelta del partner tecnologico per questo lavoro è caduta su Trimble Inc., di cui Spektra è distributore (https://www.sitech-italia.com/).
Trimble è una Multinazionale americana pioniera nel mondo della digitalizzazione e della misura – poiché in grado di offrire un ecosistema integrato di soluzioni HW & SW -, capace di coprire tutto il ciclo vitale di un progetto (analisi, rilievo, progettazione, costruzione e gestione).
Vediamo nel dettaglio come questa complessa riqualificazione abbia potuto beneficiare dei vantaggi della tecnologia in ogni sua fase.
I vantaggi della tecnologia
La creazione di una rete di caposaldi
Sono stati monumentati a terra una serie di caposaldi rilevati (circa ogni 150 m) con strumentazione GPS RTK, opportunamente georeferenziati e livellati con precisione 0,3 mm/km (tramite livello da ingegneria). I caposaldi servono per avere un riferimento certo per tutte le successive lavorazioni che avverranno nello stesso tratto.
Il rilievo Lidar Mobile Mapping
In questo caso, al posto di classica strumentazione topografica, è stato utilizzato, per la prima volta in Italia, Trimble MX 50, un rivoluzionario sistema mobile mapping che garantisce un rilievo in modalità dinamica, ottenendo così una nuvola di punti con precisioni sub-centimetriche. Il rilievo viene appoggiato alla rete di caposaldi, in modo che sia validato e georeferenziato per poter ottenere il digital twin dell’opera ammalorata.
La progettazione della Valsavignone-Verghereto
La nuvola di punti, con maglia 5×5 cm, è stata elaborata con Trimble Business Center, un software unico nel suo genere che permette di trattare qualsiasi dato geospaziale e accompagna tutti gli attori dell’opera, dalla fase iniziale di rilievo, alla progettazione BIM-ready, all’invio del modello alle macchine stradali, all’analisi dei dati di produzione, alla generazione dell’as-built, fino al monitoraggio.
Si è così riprogettata la nuova piattaforma stradale, tenendo in considerazione tutti i vincoli esistenti, guard-rail, manufatti, viadotti e definendo il nuovo modello stradale.
Il nuovo modello è stato passato all’Impresa che lo ha condiviso via Cloud con tutti gli operatori di cantiere, grazie a Trimble Connect e Works Manager, potentissime piattaforme di common data environment che permettono la gestione di strumentazione a realtà aumentata, di strumentazione topografica e machine control: uomini e macchine in cantiere hanno lavorato seguendo perfettamente il progetto, arrivato direttamente nei loro controller o nel display delle loro macchine.
La costruzione della Valsavignone-Verghereto
Stabilizzatrici, dozer, grader, rulli compattatori, e escavatori hanno così lavorato georeferenziati, visualizzando costantemente sui display quota sezione e profili del progetto, senza necessità di picchetti, tracciamenti o riferimenti esterni. Le varianti di progetto arrivavano in tempo reale sulle macchine, direttamente dall’ufficio.
Anche le macchine stradali hanno lavorato con tecnologia 3D: i rulli, dotati di compattometro connesso a GNSS, hanno fornito un report corretto e georeferenziato sul numero di passate e sulla qualità di compattazione, mentre le frese, guidate da stazioni totali robotiche, hanno garantito la precisione millimetrica, essenziale nella lavorazione degli strati più nobili e costosi.
Un’ultima ricognizione con MX50 ha permesso di realizzare un ultimo as-built della nuova infrastruttura realizzata con precisioni elevatissime, garantendo un confronto di tutte le fasi del cantiere e dell’opera, anche per manutenzioni future.
Conclusioni
Questo ecosistema di soluzioni tecnologiche rivoluziona il tradizionale approccio ai lavori di riqualificazione: digitalizzare ogni step del progetto, inserendolo in un unico flusso di lavoro condiviso, ha permesso di avere dati fruibili, ridurre il margine d’errore, avere maggior controllo qualità, risparmiare tempo e risorse.
Digitalizzare un’infrastruttura ne aumenta in toto la sostenibilità, eliminando tutti quei costi nascosti e quegli sprechi che non fanno parte della grande tradizione italiana nel mondo delle costruzioni.
Per le foto presentate, photo credit: Quelli Del Movimento Terra®
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