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La protezione della mano d’attacco nelle pavimentazioni flessibili

La protezione della mano d’attacco al fine di garantirne la perfetta distribuzione sul tratto in costruzione è di fondamentale importanza per la durabilità di una pavimentazione flessibile. Numerose tecniche di trattamento dell’emulsione bituminosa si sono susseguite negli ultimi anni: quelle più innovative prevedono l’utilizzo della calce idrata con funzione additivante e coprente

La protezione della mano d’attacco nelle pavimentazioni flessibili

La principale tecnologia adottata negli ultimi anni e quella della copertura con filler minerale, il quale, oltre a impedire all’emulsione di aderire ai pneumatici dei mezzi, si amalgama con il bitume creando un mastice in grado di aumentare le prestazioni della pavimentazione in esercizio.

Tecniche ancora più innovative propongono la sostituzione del filler minerale con un filler contenente calce idrata [1]; essa infatti e in grado di creare con l’emulsione un mastice ancora più efficiente e conferire anti-aderenza, prestazioni meccaniche di alto livello e durabilità ottimale alla mano d’attacco stessa e all’intera pavimentazione. 

La calce idrata nei conglomerati bituminosi

L’uso della calce idrata nelle pavimentazioni stradali risale agli anni Settanta (Stati Uniti d’America, anni della crisi petrolifera). In quel periodo si iniziarono a ricercare metodi innovativi per migliorare le prestazioni e risolvere i problemi delle pavimentazioni flessibili: in questo ambito, la calce idrata inizio ad essere utilizzata come filler attivo nel confezionamento dei conglomerati bituminosi.

Nascendo come sostitutivo di attivanti di adesione, la calce idrata, rispetto al filler minerale, presenta una percentuale di vuoti molto elevata e proprio grazie a questa sua alta porosità e in grado di assorbire gli oli e i componenti volatili del bitume, rallentandone il rilascio e il conseguente decadimento prestazionale.

E documentato in letteratura che l’uso della calce idrata nei conglomerati bituminosi (generalmente in percentuali pari a circa il 2% in peso del conglomerato) e in grado di migliorare la resistenza a frattura a basse temperature e alterare positivamente i fenomeni di ossidazione del bitume, riducendo gli effetti di invecchiamento: questo poiché la calce idrata, essendo una base forte con elevata porosità, fa sì che gli ioni calcio possano accumularsi sulla superficie degli aggregati e successivamente legarsi con gli acidi provenienti dal bitume formando sali insolubili in acqua. Inoltre, il carbonato di calcio in presenza di acqua precipita, creando una maggiore rugosità superficiale.

Nel bitume sono naturalmente presenti i due tipi di tensioattivi (anionici e cationici): entrambi hanno forte affinità con gli ioni calcio, mentre solo i tensioattivi cationici si legano con gli atomi di silicio tipicamente presenti nel filler minerale. Proprio questo fenomeno ha dato il via all’utilizzo della calce idrata come additivo dell’emulsione bituminosa per mano d’attacco.