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La protezione della mano d’attacco nelle pavimentazioni flessibili

La protezione della mano d’attacco al fine di garantirne la perfetta distribuzione sul tratto in costruzione è di fondamentale importanza per la durabilità di una pavimentazione flessibile. Numerose tecniche di trattamento dell’emulsione bituminosa si sono susseguite negli ultimi anni: quelle più innovative prevedono l’utilizzo della calce idrata con funzione additivante e coprente

La protezione della mano d’attacco nelle pavimentazioni flessibili

La protezione della mano d’attacco nelle pavimentazioni flessibili – La durabilità di una pavimentazione flessibile è strettamente dipendente dalla capacità dei suoi strati di reagire come un unico elemento nei confronti delle sollecitazioni esterne; al fine di garantire un perfetto ancoraggio tra gli strati della pavimentazione stradale è necessario stendere uno strato legante all’interfaccia, la cosiddetta mano d’attacco, e fare in modo che non venga alterato durante le fasi di stesa.

  • protezione
    1 pr
    La stesura di calce idrata a protezione dello strato di emulsione bituminosa
  • protezione
    2 pr
    In rosso, sulla sinistra, sono indicate le sollecitazioni alle quali viene sottoposta la mano d’attacco e a destra, in giallo, i dissesti che queste ultime provocano: risalita delle fessure e delaminazione all’interfaccia
  • protezione
    3 pr
    L’energia di frattura e il DCSE dei mastici con e senza calce idrata come filler
  • calce
    4 pr
    Il test di Leutner a 20 °C per la resistenza a sforzi di taglio con crescenti percentuali di calce idrata nell’emulsione bituminosa

Questo strato legante deve essere realizzato in modo tale da resistere a tutte le tipologie di sollecitazioni alle quali sarà sottoposto durante la fase di esercizio della pavimentazione e allo stesso tempo deve esserne garantita l’omogeneità su tutto il tratto in costruzione.

La mano d’attacco, come del resto gli strati della pavimentazione, e principalmente sottoposta a due sollecitazioni: una di tipo tangenziale che produce tensioni di taglio all’interfaccia e una seconda di tipo verticale, nel momento in cui si presta a contrastare fenomeni di risalita delle fessure dagli strati inferiori verso lo strato di usura.

In generale, la tecnica di protezione che si adotta e quella della copertura dell’emulsione bituminosa che costituisce la mano d’attacco, in modo tale da evitarne l’asportazione da parte dei mezzi che riforniscono la finitrice e di conseguenza evitarne la discontinuità sulla superficie sottostante.