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Ripartono i lavori stradali: +23% nel primo trimestre, dopo il blocco del 2022 

Il 2022 ha segnato una decisa frenata alla crescita della produzione di asfalto (conglomerato bituminoso), principale indicatore dello stato di manutenzione della nostra rete stradale, registrata negli scorsi anni. Il boom dei costi energetici e dei valori delle materie prime ha bloccato le attività di costruzione e di manutenzione delle strade. Gli effetti del PNRR stentano ancora vedersi sul settore che però nei primi mesi del 2023 ha registrato una significativa inversione di tendenza (+23% nel primo trimestre) che lascia ben sperare per il prosieguo dell’anno.

La fotografia emerge dalla nuova analisi trimestrale effettuata dall’Associazione SITEB – Strade Italiane E Bitumi, resa nota in occasione di Asphaltica, il Salone dedicato alle tecnologie e soluzioni per pavimentazioni stradali, sicurezza e infrastrutture viarie, promosso dall’Associazione e da Veronafiere e in corso fino al 7 maggio presso la fiera di Verona.

Innovazione tecnologica, sostenibilità, sicurezza e implementazione del PNRR sono i quattro pilastri attorno a cui ruota questa edizione della manifestazione che vede oltre 80 espositori mettere in mostra macchine stradali, tecnologie e soluzioni per pavimentazioni stradali sicure e a basso impatto ambientale, più di 30 tra convegni, workshop e approfondimenti e 1 area esterna in cui sono esposte macchine e impianti e un’area dedicata a dimostrazioni demodinamiche.

Lo scorso anno la produzione di bitume ha registrato un significativo calo (-17%), dovuto al vertiginoso aumento dei costi energetici e delle materie prime che hanno frenato l’industria del settore stradale proprio quando la ripresa sembrava consolidata e avviata a recuperare quanto perso nei lunghi anni di crisi economica (iniziata nel 2008, ma che ha avuto nel 2016 il punto più basso di produzione e redditività).

I lavori di fatto si sono fermati in quanto, senza certezza di ristori e senza provvedimenti di revisione prezzi negli appalti pubblici, gli operatori sono stati esposti a rischio fallimento.

Il valore economico della produzione di conglomerato è così diminuito di circa 670 milioni di euro. 

Il 2023 invece è, invece, iniziato in modo decisamente positivo. I costi del gas metano e dell’olio combustibile si sono notevolmente ridotti (senza però tornare sui valori pre-crisi) e i dati sulle vendite del bitume nel primo trimestre 2023 hanno registrato un significativo incremento (+23%), al punto che si potrebbe ipotizzare per il conglomerato bituminoso una stima di chiusura del 2023 allineata sui valori del 2021, se non addirittura superiore, attorno ai 37,8 mln di tonnellate.

È comunque ancora presto per parlare di crescita proiettata sull’intero anno, molto dipenderà dal costo del petrolio nei prossimi mesi, dal rapporto euro/dollaro, dalla guerra in Ucraina e dal clima.

Per il settore dei lavori stradali si tratterebbe di un vero e proprio ritorno ai livelli pre-crisi, con una crescita decisa rispetto al 2016, quando le attività di costruzione e manutenzione di strade avevano toccato il fondo con sole 22,3 milioni di tonnellate di asfalto.