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Pronto per il via libera definitivo il Codice appalti: norme con efficacia posticipata

Stop alle gare nel sotto-soglia. Modifiche ancora da delineare su illeciti professionali e revisione prezzi.

Il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare l’ennesima riforma dei contratti pubblici che approda con un nuovo codice di 229 articoli e 36 allegati, 11 in più dei 25 del codice attuale che è stato messo a punto da una commissione speciale del Consiglio di Stato e presentato come «auto-esecutivo». Una scelta che giustifica la grande quantità di allegati, che andranno anche integrando 13 linee guida dell’Anac.

La nuova riforma sarà transitoria, prevede un’entrata in vigore immediata (il primo aprile) per rispettare le scadenze imposte dal Pnrr. E’ una disposizione formale perché le nuove norme diventeranno operative soltanto più avanti. Il testo al Consiglio dei Ministri a Palazzo Chigi prevede di fatto un periodo transitorio di tre mesi, individuando nel primo luglio la data in cui norme e allegati «acquistano efficacia», ma il Governo potrebbe decidere di estendere ancora di più il periodo transitorio, per permettere a stazioni appaltanti e imprese di operare con la riforma.

In discussione anche le cause di esclusione dalle gare, con la problematica dei cosiddetti «illeciti professionali» che secondo le imprese lascerebbero eccessivi margini di operatività alle stazioni appaltanti. Anche sulla revisione prezzi si lavorerà per rendere il sistema più dinamico agganciandolo a indici Istat con cadenza periodica. Sono possibili anche interventi sugli obblighi di digitalizzazione, con il traguardo fissato a gennaio 2024.

Per il sotto-soglia il nuovo codice punta a velocizzare il passaggio dalla carta ai cantieri delle opere. Questo obiettivo è importante per i lavori medio-piccoli, fino alla soglia Ue di 5,38 milioni di euro, dove vengono trasformate in prassi ordinarie le deroghe varate per accelerare gli appalti. Al posto delle gare, diventeranno protagonisti gli affidamenti diretti con soglia da 40.000 a 150.000 euro e le procedure negoziate senza bando fino a un milione con 5 inviti, da un milione a 5,38 con dieci inviti.

Ancora per le semplificazioni sono le scelte per la progettazione, con la riduzione dei livelli di progettazione e il ritorno a pieno titolo dell’appalto integrato, che il vecchio codice vietava.

L’innovazione digitale dovrebbe dare una forte spinta con una svolta sui procedimenti di gara. Anche se il mercato ha già imposto da un pezzo la strada delle gare telematiche, il progetto rimane ambizioso e non nuovo. Per raggiungere questo obiettivo c’è innanzitutto l’inserimento del traguardo degli appalti digitali attraverso il Pnrr. E poi la spada do Damocle delle norme europee che prevedono l’obbligo di comunicare tutte le informazioni relative agli affidamenti attraverso soluzioni digitali a partire da fine ottobre 2023.

Novità assolute sono l’obbligo di revisione dei prezzi, anche se con un meccanismo giudicato troppo complicato da parte delle imprese, che ancora combattono per vedersi riconoscere le compensazioni del 2022 e l’obiettivo di estendere la qualificazione anche a servizi e forniture dove  servono altri provvedimenti attuativi.