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Per la transizione digitale della PA centrati gli obiettivi del Pnrr 2022

L’Italia viaggia su un binario preciso per una piena trasformazione digitale della pubblica amministrazione, ma non è al passo rispetto agli altri Paesi europei. Ha raggiunto traguardi promettenti, ma più avanti sul percorso si profilano alcune incertezze.

Il Governo deve raggiungere i difficili obiettivi del Pnrr 2023-2026 per la PA digitale mettere a compimento il piano stabilito nella precedente legislatura, senza alterare delicati equilibri nel rapporto con il mercato tecnologico. Come previsto nel rapporto 2023 dell’Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano.

Il Politecnico di Milano conferma che sono stati raggiunti tutti gli obiettivi digitali del Pnrr; l’ultimo indice Desi della Commissione europea segnala inoltre progressi significativi dell’Italia. Anche se la Commissione continua a posizionarci agli ultimi posti in Europa per digitalizzazione.

Nell’incipit del rapporto del Politecnico si legge: «Per il 2023 l’obiettivo è ambizioso. Ci sono venti traguardi e obiettivi da realizzare. Il lavoro da fare è molto, tenuto conto anche delle incognite legate all’aumento dei costi delle materie prime e alla carenza di manodopera specializzata».

E’ una analisi che si riferisce a tutta l’Agenda digitale, inclusa la pubblica amministrazione, dove l’obiettivo è renderla «efficiente e non ostile a cittadini e imprese», secondo la sintesi del Polimi. Sul capitolo specifico il Pnrr ha investito circa 10 miliardi di euro. E’ stata attivata nel 2022 anche la Piattaforma Digitale Nazionale Dati, per favorire lo scambio di dati tra amministrazioni; obiettivo è eliminare l’obbligo dei cittadini di fornire più volte le stesse informazioni agli uffici pubblici.

Attualmente sono tre i principali strumenti di accesso con identità digitale: Spid, Cie e Cns. Spid è la più usata ed è nelle mani di circa un maggiorenne su due. Il punto chiave per migliorare sulla disponibilità dei servizi digitali è «raggiungere tutti i Comuni, di tutti i territori; bisogna guidarli nella transizione ai nuovi strumenti, tramite adeguate risorse e competenze».

Il piano di un’Italia digitale; qui compresa una della sua parte più resistente al cambiamento, la pubblica amministrazione per la quale non ci sono solo i miliardi del PNRR e il raggiungimento di maggiori comodità per i cittadini nel rapporto con la PA; ma anche una maggiore efficienza della macchina statale, a beneficio dei conti pubblici e della competitività delle aziende.