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Mercato italiano dell’auto: marzo segna il +40,8%. Chiude in crescita il primo trimestre 2023

È iniziato bene il 2023 per il mercato nazionale dell’auto, con un balzo positivo nel mese appena passato e una crescita nei primi tre mesi rispetto allo stesso periodo del 2022.

Nel mese di marzo appena concluso sono state immatricolate 168.294 auto, che hanno regalato una crescita del 40,8% rispetto a febbraio.

Motivo della crescita è un generale miglioramento della catena di approvvigionamento, che aveva influenzato negativamente l’andamento delle vendite. Se si valutano i risultati del primo trimestre del 2023 si scopre che la crescita rispetto allo stesso periodo del 2022 è stata del 26,2%, con 427.019 immatricolazioni rispetto alle 338.316 dei primi tre mesi dello scorso anno.

Il quadro generale degli utilizzatori del mercato dell’auto vede in crescita il noleggio a lungo termine, che sale del 7,2% e raggiunge il 27,4% del totale del mercato (la quota del trimestre è del 25,7%). Stesso discorso vale per il noleggio a breve termine, che registra un 7,5% di quota e si porta al 4,7% (+2,2%) e per le società, al 6,2% di quota a marzo e in linea con il 6,3% del primo trimestre.

Discorso inverso per i privati, che a marzo perdono oltre il 10% di quota, posizionandosi al 50,7% del totale. Di seguito l’andamento dei segmenti, dai più piccoli ai più alti: le berline dei segmenti A e B scendono al 9,6% e al 19,9%, le SUV del segmento A (city car) salgono all’1,3%, mentre perdono mezzo punto quelle del segmento B (utilitarie) al 26,1%.

Fra le compatte di segmento C, le SUV salgono al 23,1% con una crescita del 5,7%, le berline rimangono stabili al 5,2%. Va molto bene il segmento D, dove le SUV salgono al 5,4% di quota ma anche le berline recuperano e si fermano all’1,2% del totale. Nel segmento E, alto di gamma, le SUV coprono il 2,1% del mercato, le berline lo 0,2%, le station wagon il 3,3%, le multispazio l’1,9% e le sportive lo 0,8%.

Decisa la crescita dei motori a benzina che si fermano a una quota del 28,4% (27,1% nel trimestre), mentre il diesel “tiene” al 20,3% (19,6% nel trimestre). Per le bifuel, il Gpl passa dal 9,2 al 7,6% e il metano si ferma allo 0,1% (0,2% nel trimestre).

Uno sguardo alle elettrificate, racconta la crescita delle elettriche (BEV) che salgono al 4,8% di quota (3,8% nel trimestre), mentre le ibride plug-in (PHEV) si portano al 4,3% (4,4% nel trimestre): l’insieme dei due tipi di alimentazione a marzo rappresenta il 9,1% del mercato.

Le ibride salgono al 34,5% (+1,9% e al 35,8% nei primi tre mesi del 2023), con un 9,4% per le full e un 25,1% per le mild. Per quanto riguarda i Gruppi automobilistici, Stellantis conferma il vertice della classifica con 59.505 unità (+36,94%) ed è seguita dal Gruppo Volkswagen con 25.174 auto (+35,72%) e dal Gruppo Renault con 15.405 auto (+26,43%).

 Marzo è stato dunque un mese importante per il mercato delle auto: le 168.294 auto immatricolate dimostrano il miglioramento della situazione delle supply chain globali. Secondo Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE, associazione che rappresenta in Italia le Case automobilistiche estere, la decisione presa dal Consiglio Europeo sul divieto di vendita di auto nuove con motori endotermici dal 2035, tranne quelle alimentate a carburanti sintetici (e-fuels), ancora genera insicurezza nel settore: “sulla transizione energetica del settore pensiamo che ci sia bisogno di chiarezza e che ritardi, indecisioni e messaggi allarmistici non aiutino gli investimenti delle imprese e i consumatori a fare le loro scelte nel percorso avviato. La riduzione delle emissioni è una precisa indicazione europea e la transizione energetica è un dovere sociale, oltre che una imperdibile opportunità economica verso un grande progresso tecnologico sostenibile”. “Ora – ha aggiunto Michele Crisci – c’è bisogno di lavorare in modo coordinato, con una strategia pragmatica, per raggiungere gli obiettivi di un processo che è già in atto e va governato: l’industria automobilistica è pronta a fare la sua parte e a supportare le istituzioni per raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni al 2035; ma nel frattempo continua a diventare sempre più ampio il gap che ci separa dagli altri Major Markets europei in termini di diffusione di auto con la spina e, se non ci impegniamo a recuperare velocemente, la nostra industria rischia moltissimo e il nostro mercato il declassamento”.

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