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Incidenti auto elettriche: le riparazioni costano il doppio rispetto alle vetture endotermiche

Le auto a spina hanno componenti più integrati e più connessi ai sensori il che ne rende la sostituzione più costosa e più lunga le auto elettriche rischiano di impattare maggiormente delle endotermiche nelle tasche degli italiani.

Lo sostiene uno studio inglese che ha analizzato le varie casistiche degli incidenti al centro di un articolo di Repubblica a firma di Graziella Marino.

Secondo quanto si legge, il governo del Regno Unito ha finanziato uno studio, che durerà qualche mese, condotto dall’ istituto di ricerca Thatcham Research, che attingerà ai dati sui sinistri del mondo reale tramite la collaborazione con LV= General Insurance, uno dei maggiori assicuratori di auto elettriche nel Regno Unito che fa parte del Gruppo Allianz.

Da quanto si apprende, nella prima fase il progetto si concentrerà sull’identificazione di ciò che differenzia il flusso di lavoro dei sinistri per i veicoli elettrici, rivelando potenziali punti deboli.

Secondo uno studio condotto da CCC Intelligent Solutions, il costo medio di riparazione per una piccola citycar elettrica, in caso di un impatto frontale, è superiore del 26,6% rispetto a un’equivalente vettura a combustione. E il differenziale aumenta al 53,3% quando è coinvolto un Suv di lusso.

A incidere sono soprattutto i costi più elevati dei ricambi, legati al maggiore utilizzo nei veicoli elettrici di materiali leggeri più costosi, come alluminio e fibra di carbonio, nonché al loro particolare design. Infatti, se il minor numero di parti mobili presenti in un’auto elettrica può abbattere i costi ordinari di assistenza e manutenzione, ciò significa anche che le auto elettriche hanno componenti più integrati e più connessi ai sensori, il che ne rende la sostituzione più costosa e più lunga. In media i veicoli elettrici e ibridi impiegano 1,5 giorni in più per essere riparati nelle carrozzerie rispetto agli equivalenti a benzina e diesel. 

L’aumento del costo dei sinistri è determinato anche da tariffe per la manodopera più elevate, per la necessità di utilizzare personale addestrato a riparare i veicoli elettrici. E anche la ricarica comporta la valutazione di nuovi rischi, come la responsabilità di terzi se qualcuno inciampa su un cavo e si ferisce mentre un veicolo è collegato o una copertura assicurativa aggiuntiva per la ricarica di cavi, connettori e scatole elettriche a muro.

Ma quello che fa lievitare di più il premio assicurativo è l’ammortizzazione preventiva dell’elevato rischio che si assumono gli assicuratori nel caso il danno richiedesse la sostituzione delle batterie.

Che, come si sa, corrispondono a circa il 40% del valore di un’auto elettrica. Per questo, come ha affermato il responsabile delle reti e dell’ingegneria presso LV, Chris Payne – ‘’il settore assicurativo deve trovare il modo migliore per riparare i veicoli elettrici e le loro batterie. Ciò non solo avrà un impatto positivo sui costi dei sinistri, ma alimenterà anche un sano mercato dei veicoli elettrici di seconda mano’’ e avrà un innegabile impatto sull’ambiente.

Non a caso, nel progetto finanziato dal governo britannico sarà coinvolta anche la società di recupero e riciclaggio di veicoli SYNETIQ, che si concentrerà sulle opportunità di riutilizzare il maggior numero possibile di veicoli danneggiati da incidenti, con particolare attenzione alla ricerca di una seconda vita per le loro batterie.