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Crollo del Ponte Morandi, Mion in aula: “Nel 2010 seppi che era a rischio crollo ma non feci nulla”

L’ex consigliere di amministrazione di Aspi e Atlantia, sentito nel processo sul disastro del 2018, rivela anche di aver saputo che la struttura aveva un difetto di progettazione. Mollo, direttore generale Aspi: “La sicurezza ce la autocertifichiamo”

Gianni Mion, ex ad della holding dei Benetton Edizione ed ex consigliere di amministrazione di Aspi e della sua ex controllante, Atlantia, rilascia dichiarazioni scottanti al processo per il crollo del Ponte Morandi, del 14 agosto 2018 (43 morti). “Emerse che il Ponte aveva un difetto originario di progettazione e che era a rischio crollo.

Chiesi se ci fosse qualcuno che certificasse la sicurezza e Riccardo Mollo (direttore generale di Aspi, ndr) mi rispose ‘Ce la autocertifichiamo’. Non dissi nulla e mi preoccupai. Era semplice: o si chiudeva o te lo certificava un esterno. Non ho fatto nulla, ed è il mio grande rammarico”.

Mion lo ha detto riferendosi ad una riunione del 2010, ovvero otto anni prima del crollo. Alla riunione parteciparono, oltre a Mollo, l’ad di Aspi, Giovanni Castellucci, Gilberto Benetton, il collegio sindacale di Atlantia e, secondo il ricordo del manager, tecnici e dirigenti di Spea.

Dopo queste frasi, l’avvocato Giorgio Perroni, che difende l’ex direttore del Primo tronco di Autostrade, Riccardo Rigacci, ha chiesto di sospendere l’esame di Gianni Mion e di indagarlo. Rigacci è indagato insieme ad altre 58 persone. L’esame di Mion è andato avanti e i giudici hanno detto che si riservano sulla richiesta avanzata da Perroni.

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