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Cgia: Pil 2022 da record, l’Italia cresce più di Francia e Germania

Aumento del 2,6%. Doppiati i principali competitori Ue. Ma “il 2023 sarà un anno difficile, sull’Europa soffiano venti di crisi”

Un 2022 da record per l’Italia, nonostante la crescita dell’inflazione, il caro energia e il boom dei prezzi delle materie prime abbiano creato non pochi problemi a famiglie e imprese, negli ultimi 12 mesi (terzo trimestre 2022 su terzo trimestre 2021), la crescita economica italiana del Paese è stata doppia rispetto a quella registrata dai principali competitori commerciali presenti nell’area dell’euro.

In Italia il Pil è aumentato del 2,6%, in Germania è cresciuto della metà (+1,3%) e in Francia in misura ancora inferiore (+1%). Sempre nello stesso periodo, la media dell’Area Euro-19 è salita del 2,3%. A elaborare e commentare i dati è l’Ufficio studi della Cgia secondo il quale l’Italia quest’anno ha “‘sbaragliato tutti, dimostrando di esserci lasciati alle spalle con successo la crisi pandemica.

Certo, il 2023 sarà un anno difficile: sull’ Europa, infatti, soffiano venti di crisi molto preoccupanti. Tuttavia, – sottolinea la Cgia- con una economia che in questi ultimi due anni si è decisamente rafforzata, dovremmo avere meno problemi degli altri a fronteggiare questo nuovo scenario avverso”.

Sebbene gli effetti economici provocati nel 2020 dalla pandemia siano stati più negativi in Italia (-9% del Pil) che a Berlino (-3,7%) e a Parigi (-7,8%) – osserva l’Ufficio studi – anche allargando l’arco temporale di osservazione (terzo trimestre 2020 su terzo trimestre 2022), il risultato del nostro Paese è stato superiore a quello dei nostri competitori. In Italia il Pil è aumentato del 7,5%, in Francia l’incremento è stato del 4,6% e in Germania del 3,2%. 

Nell’Area Euro 19, invece, ha toccato il 6,3%. Sono i servizi e l’industria a trainare la ripresa: il Pil italiano per il 73% è riconducibile ai servizi (Pubblica amministrazione, commercio, turismo, servizi alle imprese e alle persone), per il 20% all’industria, il 5% alle costruzioni e il 2% al settore primario (agricoltura, pesca).

Nei primi 9 mesi di quest’anno la ricchezza nazionale è aumentata del 4,4% e nonostante i dati siano in parte “condizionati” dall’incremento dei prezzi, in questo periodo, il fatturato dei servizi è salito del 15,3% e quello dell’industria del 19,4%, mentre la produzione nelle costruzioni è aumentata del 14,1%.

Nel settore manifatturiero, infine, spiccano i risultati dell’incremento della produzione dei prodotti tecnologici (+7,4%), quelli petroliferi (+8,4%), quelli farmaceutici (+8,7%) e quelli del tessile-abbigliamento (+9%).

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