Le Olimpiadi invernali rischiano di essere un punto interrogativo. Nella candidatura era indicato un investimento totale di 1,340 miliardi, salita nel frattempo a circa 1,5 miliardi per una rivalutazione dei costi, tra cui quelli per la comunicazione e la promozione. Dopo la pandemia e il conflitto in Ucraina, la situazione non è più così chiara, soprattutto sul fronte delle sponsorizzazioni. Le imprese fanno fatica a prendere impegni a lungo termine.
Le strade più importanti e connesse, hanno un valore complessivo di 850 milioni, metà in Veneto e metà in Lombardia. Ma rimangono le due varianti di Cortina e del Longarone, ancora molto indietro, quindi è corsa contro il tempo.
Il Cio investirà 540 milioni (più altri 400 milioni di dollari circa in servizi); 550 milioni arriveranno, secondo le aspettative dagli sponsor; 200 milioni dalla vendita dei biglietti; 50 milioni dal merchandising; 200 milioni dagli eventi collaterali. In base al dossier, gli Enti locali e regionali garantiranno in caso di difficoltà di bilancio la copertura finanziaria.
Inoltre gli impianti per le infrastrutture sportive, saranno in parte a carico dei privati, e in parte degli Enti locali. Sono circa 380 milioni, che potrebbero aumentare se si considera che alcuni impianti avranno bisogno di un intervento maggiore rispetto a quello previsto inizialmente. A Milano le opere principali saranno realizzate dal settore privato.
Verrà costruito il PalaItalia nel quartiere Santa Giulia, con un project financing da 70 milioni (quindi gestito e costruito da società private), dove si terrà l’hockey maschile, mentre quello femminile si svolgerà al Palasharp, da ristrutturare, per una cifra da 7-8 milioni, sempre in project financing.