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Le grandi opere previste dal Pnrr potrebbero essere frenate dai rincari delle materie prime

L’attuazione delle grandi opere previste dal Pnrr potrebbe subire contraccolpi dai rincari delle materie prime e dalla carenza di manodopera. Il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini ritiene che la forte crescita dei contagi per la variante omicron sia vicina al picco e che poi si vada verso un calo.

Per questo il ministro ritiene che la tempistica dei cantieri previsti dal Pnrr non sia in pericolo, anche perché i maxi cantieri ferroviari arriveranno solo nel 2023. Il 2022 è un anno in cui vengono emanati i bandi, assegnate le grandi gare per dei lavori che iniziano nella seconda parte del 2023 e proseguiranno fino al 2026. Perciò l’attività non viene messa in discussione dalla variante omicron.

Invece il caro materiali, combinato alla carenza di manodopera, rappresenta una preoccupazione per  il governo e sul quale c’è da attendersi un intervento. L’altro problema è il rincaro delle materie prime, un po’ più strutturale rispetto a quello che si pensava qualche mese fa; e qui c’è il tema molto importante delle basi d’asta per i grandi appalti: per evitare che basi d’asta troppo basse scoraggino la partecipazione del settore privato.

Per la manodopera Giovannini ha ricordato che «il decreto flussi è stato orientato ai lavoratori dell’edilizia; e anche in questo caso stiamo monitorando strettamente la situazione, immaginando anche qualche intervento, proprio per consentire una flessibilità nei prezzi, perché altrimenti non avremo aggiudicazioni».

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