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L’Appia Antica candidata a patrimonio dell’umanità

Avviato l’iter per inserire la “Regina Viarum” nella lista dell’Unesco

Partito l’iter per candidare la via Appia Antica a Patrimonio dell’Unesco.  Sul tema ne parla approfonditamente un articolo di Repubblica che fa anche un excursus storico di quella che gli antichi romani chiamavano “Regina viarum”, la regina delle strade, un orgoglio della loro magnificenza. Si legge che ci volle più di un secolo prima di completarla tutta. E su quella strada, una delle più famose dell’antica Roma, si verificarono anche alcuni degli eventi più tragici della storia. Come la crocifissione, nel tratto che porta dalla capitale a Pompei, di oltre seimila schiavi che si erano ribellati al potere sotto la guida del celebre Spartaco nell’anno 71 avanti Cristo. 

La via Appia, come viene ricordato, collegava Roma a Brundisium (Brindisi), il più importante porto per la Grecia e l’Oriente nel mondo dell’antica Roma. È sicuramente la strada più famosa di cui sono rimasti i resti e la prima costruita secondo criteri moderni, tanto da permetterne l’utilizzo anche in inverno.  

I lavori cominciarono nel 312 a.C. per volere del censore Appio Claudio Cieco che fece ristrutturare e ampliare una strada preesistente che collegava Roma ai colli Albani. Con la conquista delle regioni meridionali venne prolungata fino a Benevento, dopo la sconfitta di Pirro e la fondazione di quella colonia. Poi si aggiunse Taranto ma bisognerà arrivare fino al 190 a.C. per vedere completato il percorso fino allo strategico porto di Brundisium. Una lunghezza finale di 365 miglia (considerando che il miglio romano è pari a 1480 metri) che potevano essere percorsi da un viaggiatore in un paio di settimane. 

Da qualche anno il ministero della Cultura ha deciso di promuovere l’Appia antica per l’iscrizione al Patrimonio mondiale dell’Unesco. E la “candidatura” è stata presentata alla Bmta, la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum. 

Ben 28 uffici del ministero, quattro regioni, tredici città metropolitane e province, 74 comuni, quattordici parchi, 25 università, oltre a numerosissime rappresentanze delle comunità territoriali, si sono unite per tutelare, valorizzare e promuovere la candidatura della “Regina viarum”. Con una serie di sopralluoghi sono stati individuati e perimetrati i 22 tratti dell’antica strada, con le varianti e le diramazioni: infrastrutture ancora in buona parte testimoniate dai resti che hanno trasformato il parco archeologico della Via Appia in un patrimonio culturale di eccezionale valore. 

Monumento gigantesco dell’ingegneria stradale – si legge nell’articolo -, conserva ancora una parte della tipica pavimentazione lungo tutto il tragitto e permette di ammirare anche la grandiosità dei ponti, delle sostruzioni, delle tagliate oltre alle innumerevoli altre opere di bonifica idraulica. Un gioiello della sapienza dell’antica Roma, insomma, progettato e realizzato ben tre secoli prima di Cristo. 

Il  dossier di candidatura della “Regina viarum” verrà ufficialmente inviato dal ministero della Cultura agli uffici Unesco entro il prossimo febbraio con la proposta di inserire nella lista il percorso integrale, comprese le varianti volute dall’imperatore Traiano, una strada più agevole da Benevento a Brindisi la cui costruzione si concluse intorno al 109 dopo Cristo. 

Partito l’iter per candidare la via Appia Antica a Patrimonio dell’Unesco.  Sul tema ne parla approfonditamente un articolo di Repubblica che fa anche un excursus storico di quella che gli antichi romani chiamavano “Regina viarum”, la regina delle strade, un orgoglio della loro magnificenza. Si legge che ci volle più di un secolo prima di completarla tutta. E su quella strada, una delle più famose dell’antica Roma, si verificarono anche alcuni degli eventi più tragici della storia. Come la crocifissione, nel tratto che porta dalla capitale a Pompei, di oltre seimila schiavi che si erano ribellati al potere sotto la guida del celebre Spartaco nell’anno 71 avanti Cristo. 

La via Appia, come viene ricordato, collegava Roma a Brundisium (Brindisi), il più importante porto per la Grecia e l’Oriente nel mondo dell’antica Roma. È sicuramente la strada più famosa di cui sono rimasti i resti e la prima costruita secondo criteri moderni, tanto da permetterne l’utilizzo anche in inverno.  

I lavori cominciarono nel 312 a.C. per volere del censore Appio Claudio Cieco che fece ristrutturare e ampliare una strada preesistente che collegava Roma ai colli Albani. Con la conquista delle regioni meridionali venne prolungata fino a Benevento, dopo la sconfitta di Pirro e la fondazione di quella colonia. Poi si aggiunse Taranto ma bisognerà arrivare fino al 190 a.C. per vedere completato il percorso fino allo strategico porto di Brundisium. Una lunghezza finale di 365 miglia (considerando che il miglio romano è pari a 1480 metri) che potevano essere percorsi da un viaggiatore in un paio di settimane. 

Da qualche anno il ministero della Cultura ha deciso di promuovere l’Appia antica per l’iscrizione al Patrimonio mondiale dell’Unesco. E la “candidatura” è stata presentata alla Bmta, la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum. 

Ben 28 uffici del ministero, quattro regioni, tredici città metropolitane e province, 74 comuni, quattordici parchi, 25 università, oltre a numerosissime rappresentanze delle comunità territoriali, si sono unite per tutelare, valorizzare e promuovere la candidatura della “Regina viarum”. Con una serie di sopralluoghi sono stati individuati e perimetrati i 22 tratti dell’antica strada, con le varianti e le diramazioni: infrastrutture ancora in buona parte testimoniate dai resti che hanno trasformato il parco archeologico della Via Appia in un patrimonio culturale di eccezionale valore. 

Monumento gigantesco dell’ingegneria stradale – si legge nell’articolo -, conserva ancora una parte della tipica pavimentazione lungo tutto il tragitto e permette di ammirare anche la grandiosità dei ponti, delle sostruzioni, delle tagliate oltre alle innumerevoli altre opere di bonifica idraulica. Un gioiello della sapienza dell’antica Roma, insomma, progettato e realizzato ben tre secoli prima di Cristo. 

Il dossier di candidatura della “Regina viarum” verrà ufficialmente inviato dal ministero della Cultura agli uffici Unesco entro il prossimo febbraio con la proposta di inserire nella lista il percorso integrale, comprese le varianti volute dall’imperatore Traiano, una strada più agevole da Benevento a Brindisi la cui costruzione si concluse intorno al 109 dopo Cristo.