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Guida autonoma: dal 14 luglio possibile usare gli Adas di livello 3

(Come riportato in una nota de Le Strade dell’Informazione)

Importanti novità sul fronte della guida autonoma. Se ne parla in maniera approfondita sul Sole 24 Ore in un articolo a firma di Maurizio Caprino.

Secondo quanto si legge, solo dal 14 luglio dovrebbe diventare possibile utilizzare gli Adas di livello 3, cioè i primi sistemi di assistenza alla guida che consentono al conducente di distrarsi e non tenere sempre le mani sul volante perché in grado di mantenersi da soli all’interno della corsia di marcia (Alks, che sta per Automated lane keeping systems).

Restiamo comunque ben lontani dalla guida autonoma (cioè completamente automatica, livelli 4 e 5): l’Alks richiede che il conducente resti pronto a prendere il controllo quando emette un segnale di allarme. L’ostacolo attuale, si evidenzia nell’articolo, sta nelle leggi nazionali, che non riconoscono ancora la guida autonoma.

Per esempio, in Italia l’articolo 46 del Codice della strada definisce i veicoli come «macchine…che circolano sulle strade guidate dall’uomo»; l’unica deroga è nel Dm 28 febbraio 2018, con cui il ministero delle Infrastrutture (Mims) ha disciplinato la sperimentazione della guida autonoma e le smart road (strade attrezzate con rilevatori e trasmettitori per scambiare dati coi veicoli di nuova generazione in transito, in modo da segnalare in tempo reale ogni turbativa al traffico e quindi rendere più affidabili i dispositivi di bordo quando sono loro a guidare).

Ma dal 14 luglio dovrebbero entrare in vigore le modifiche alla Convenzione di Vienna sulla circolazione e traffico, in discussione in sede internazionale (Onu-Unece): l’articolo 34bis dovrebbe stabilire che «il requisito che ogni veicolo o combinazione di veicoli in movimento deve avere un conducente è considerato soddisfatto quando il veicolo utilizza un sistema di guida automatica» conforme a «regolamentazioni tecniche nazionali (di Paesi che aderiscono alla Convenzione, ndr), e a qualsiasi strumento giuridico internazionale applicabile» e «alla legislazione nazionale che disciplina il funzionamento».

In prima battuta, ciò basta a rimuovere l’ostacolo anche in Italia: la modifica alla Convenzione è sottoscritta dalla Ue. Le autorità italiane, si apprende, potrebbero bloccare immatricolazione e messa in strada di veicoli a guida automatica solo nella remota ipotesi in cui dimostrassero la pericolosità per la circolazione. Si aprono comunque problemi complessi, soprattutto dal punto di vista assicurativo sulla responsabilità in caso d’incidente.

Perciò al Mims ritengono che, per maggior chiarezza legislativa, il Codice della strada meriti una rivisitazione alla luce del progresso tecnologico e su questo sono impegnati. Per ora, valgono le cautele adottate in sede Onu già da giugno 2020, quando sono state definite tutte le caratteristiche che un Adas di livello 3 deve avere (regolamento Unece R[57).

Il testo è improntato alla gradualità: per ora consente di circolare in modalità automatica solo su strade a carreggiate separate senza pedoni né ciclisti, senza comunque superare i 60 km/h. Quindi, in sostanza, su autostrade e superstrade quando sono molto intasate. E si discute su quali attività consentire al conducente mentre l’Alks è attivo.

Saranno i dati memorizzati nelle mappe dei navigatori a sbloccare il sistema quando riconoscono di essere su un tratto e auna velocità consentiti. A fine tratto (o quando rileva pericoli) l’Alks indicherà al conducente di riprendere i comandi; in caso di sua inerzia, il veicolo inizia ad accostare e, se si ferma senza che ci sia ancora intervento umano, chiama soccorsi (presume un malore).

Le cautele non sono mai troppe, come dimostra la richiesta dell’Etsc (organizzazione europea per la sicurezza stradale) di istituire un’autorità indipendente che indaghi sugli incidenti nelle guida automatica. In Europa finora solo la Germania ha già modificato le sue norme (nel 2017) e ha pure individuato tratti autostradali in cui la guida automatica è consentita.

In dirittura di arrivo sono Francia, Olanda, Canada e Giappone. Così le case automobilistiche hanno iniziato a presentare i primi modelli (di lusso, per ora) con Alks. Non si sa ancora se l’Italia consentirà il suo uso su tutte le strade con le caratteristiche del regolamento o solo su alcune.