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Draghi: “Al Paese servono crescita e gestione oculata delle risorse | Pnrr non è di un governo, serve l’impegno di tutti”

Il premier auspica “protezione economica e sociale” sottolineando la necessità di respingere “i tentativi della criminalità organizzata di appropriarsi dei soldi pubblici”

“Dobbiamo assicurare a cittadini e imprese una rete robusta di protezione economica e sociale, insieme a prospettive serie di sviluppo”.

Lo ha detto Mario Draghi alla Direzione nazionale antimafia chiarendo che “c’è bisogno di assistenza, ma soprattutto di lavoro, di crescita”. In merito al Pnrr, il premier ha sottolineato che “non è il piano di un governo, ma di tutta l’Italia, e ha bisogno dell’impegno di tutti per garantirne la riuscita nei tempi e con gli obiettivi previsti”.

Draghi ha poi sottolineato la necessità di fermare gli assalti al pubblico che arrivano dalle mafie e ha affermato: “C’è bisogno di una gestione oculata delle risorse, che respinga i tentativi della criminalità organizzata di appropriarsi dei soldi pubblici, come troppo spesso è accaduto in passato”. “Dobbiamo continuare a rafforzare la cultura della legalità e ad agire contro le cause profonde che favoriscono la criminalità – ha quindi precisato.

Questo sforzo condiviso deve essere particolarmente intenso nei momenti di incertezza economica, come quello in cui viviamo. Le mafie si incuneano nel tessuto economico e finanziario del Paese e sfruttano le difficoltà dei cittadini e degli imprenditori onesti per espandersi, eliminare la concorrenza, riciclare fondi illeciti”.

E ancora, sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, ha spiegato: “Rappresenta una straordinaria opportunità per sostenere l’economia in un momento di rallentamento; per rilanciare il Paese dopo due decenni di crescita lenta e diseguale; per dimostrare ai cittadini e ai nostri partner europei che l’Italia sa investire bene e con onestà. Grazie al Pnrr, investiamo quasi 20 miliardi per misure di inclusione sociale e introduciamo riforme e interventi per ridurre i divari generazionali, regionali, di genere”.

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