Secondo Autostrade per l’Italia impossibile definire correttamente i valori a base di gara e la fattibilità dei lavori
Pur con il recente aggiornamento del nuovo prezziario, da parte di Anas, sarebbero ancora sottostimate almeno 180 voci rispetto ai valori di mercato e dunque «non remunerative» per le imprese in gara. A segnalare la questione al Mims è Autostrade per l’Italia, quale concessionaria e stazione appaltante.
In una lettera inviata al Ministero, la società dà atto che con l’ultimo aggiornamento l’elenco prezzi dell’Anas ha fatto registrare un aumento medio del 14%, «con percentuali di aumento particolarmente elevate circa il 47% sulle voci acciaio»
Aspi segnala 180 voci di costo evidenziando una «non remuneratività dei prezzi che incide in termini negativi sia sulla corretta definizione della base d’asta da pubblicare nelle procedure pubbliche, sia sulla corretta definizione di un ribasso medio da proporre in fase di gara da parte degli operatori economici, nonché sulla effettiva fattibilità in fase esecutiva delle attività richieste».
Per le «opere d’arte» per esempio occorrerebbe «un incremento di un ulteriore 20% rispetto all’aumento già riconosciuto pari al 9%». Per le pavimentazioni stradali servirebbe un nuovo rialzo compreso tra il 10 e il 20%. Viene richiesto un intervento immediato per adeguare le voci di prezzo, con la proposta di istituire un «osservatorio permanente per la gestione e il monitoraggio dei prezzi».
Aspi chiede al ministero di agire in modi diversi a seconda dello stato di avanzamento delle gare in corso, proponendo quattro soluzioni. Per le gare attive, come gli accordi quadro pluriennali, la richiesta è quella di «individuare meccanismi che permettano di stabilizzare la revisione prezzi per tutta la durata del contratto». In questi casi, «il predetto andamento anomalo dei prezzi, impone al momento dell’emissione dei singoli contratti attuativi, un eccessiva onerosità a carico dell’appaltatore che rischia di incidere sulla reale fattibilità delle lavorazioni richieste».
Per le gare bandite e con buste aperte la proposta è di garantire compensazioni alle imprese. Mentre per le gare con buste da aprire l’idea è di bloccare le offerte alle imprese e riformularle sulla base di nuovi prezzari. Allo stesso modo andrebbero, infine, aggiornati i costi delle opere ancora in fase progettuale.