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Webuild: “Ponte San Giorgio, esempio di come l’Italia può accelerare la ripresa”

Il Ponte San Giorgio ha compiuto un anno. Un anno da una inaugurazione celebrata con le evoluzioni delle Frecce Tricolori con la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Un evento che racchiudeva insieme molte storie e molti significati: il senso di unità nazionale, la voglia di rinascita dopo i mesi più duri del Covid-19, il desiderio di riscatto dalla tragedia del Ponte Morandi. Oggi il ponte rappresenta un esempio di come l’Italia può accelerare il suo percorso di ripresa economica attraverso infrastrutture realizzate in tempi rapidi”. A sottolinearlo è il gruppo Webuild in una nota.

“A pochi giorni dalla pubblicazione dei dati contenuti nell’Allegato “Infrastrutture” del Documento di Economia e Finanza 2021, il Paese è chiamato a spendere 178,9 miliardi (valore complessivo delle risorse assegnate) per modernizzare le sue infrastrutture e far ripartire il Paese. L’eredità che lascia il ponte, oltre alla abilità tecnica e ingegneristica espressa dal Gruppo Webuild che insieme a Fincantieri ha realizzato l’opera, è nella capacità di trasformare un cantiere in una grande occasione di collaborazione con tutti gli attori del territorio, in uno sforzo congiunto.

“Il cosiddetto “Modello Genova”, divenuto espressione di un nuovo modo di trasformare gli investimenti in opere tangibili, nasce – prosegue Webuild – da un lato dall’efficienza operativa assicurata dalle società di costruzione; dall’altro dal “gioco di squadra” attivato tra tutti i soggetti coinvolti, Commissario e istituzioni, costruttori, imprese della filiera, organismi di controllo, società civile.

A questa corsa contro il tempo hanno dato il loro contributo imprese e lavoratori. Oltre al Gruppo Webuild, sul cantiere di Genova si sono alternate 330 imprese, la quasi totalità, il 99%, rappresentato da imprese italiane, con forniture per un valore di 160 milioni di euro.

Oltre mille persone sono state impegnate in modo continuativo nel cantiere del ponte. Ingegneri, tecnici, operai al lavoro giorno e notte, con l’unico stop di Natale e Capodanno. Fino a 40 squadre operative contemporaneamente per portare avanti quello che era di fatto un cantiere diffuso, un’opera che veniva costruita in simultanea, da una sponda all’altra del Polcevera”.