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Università e industria insieme per dare slancio alla mobilità del Sud

(come riportato da Le Strade dell’Informazione)

Superare il gap con l’area settentrionale del nostro Paese

Dai fondi europei può arrivare la svolta per la mobilità nell’Italia meridionale. Se ne parla diffusamente in un articolo a firma di Vittorio Ferla apparso su Il Riformista.

Dopo un quadro d’insieme storico che ripercorre lo sviluppo delle infrastrutture nel Sud e il gap con il Nord, si entra nello specifico delle singole opere, sistema autostradale, ferrovie, alta velocità assente e collegamenti aeroportuali inesistenti, citando lo scenario della mobilità e dei trasporti secondo Leandra D’Antone, storica dell’economia dell’Università La Sapienza, curatrice del quaderno della Fondazione PER (Progresso Europa Riforme) dedicato allo sviluppo dei trasporti e della mobilità al Sud nel quadro del Next Generation EU.

Il paper della Fondazione propone diverse linee d’intervento: la valorizzazione dei porti meridionali, una linea “mediterranea” preziosa per i trasporti energetici; le zone economiche speciali strettamente legate alla portualità, sulle quali insiste da tempo lo Svimez; il Ponte fra la Sicilia e la Calabria, opera già valutata, progettata e cantierata; la vera Alta Velocità, uguale a quella del resto della rete ferroviaria italiana, già in gran parte realizzata con una notevolissima spesa di oltre 100 miliardi di euro, distribuita tra tutte le regioni italiane; l’Alta velocità di rete, con limite a 200 km orari; gli interventi essenziali per gli aeroporti meridionali e per il trasporto aereo.

Un pacchetto di interventi indispensabili per il Mezzogiorno. Ai quali dovrebbe aggiungersi un deciso passo in avanti sul fronte della digitalizzazione e della sostenibilità. Così, in attesa di un piano sensato per lo sviluppo dei trasporti nel Mezzogiorno, ispirato dall’occasione offerta dal Pnrr, il mondo delle imprese e delle università lavora in partenariato perla mobilità integrata e sostenibile.

Nell’articolo poi si parla del nuovo polo di eccellenza Smart Mobility and Logistics, nato dalla collaborazione tra l’Università degli Studi di Napoli Federico II, punto di riferimento in Italia per l’ingegneria dei trasporti, e Almaviva, azienda italiana leader nell’innovazione digitale. Un progetto per dare slancio concreto alla trasformazione digitale del mondo dei trasporti, delle infrastrutture e dei servizi.

Disegnare la mobilità del futuro – di terra, mare e aria, di persone e menci – in chiave di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Orientare la mobilità alla sicurezza e all’accessibilità, alla centralità dell’utente e dell’esperienza di viaggio, all’efficienza della gestione. L’accordo, fondato sulle eccellenze del Mezzogiorno, parte dalla convinzione che l’ecosistema della mobilità e delle attività turistiche, duramente penalizzato dalla pandemia, pub rappresentare un fondamentale motore di crescita e una leva di ripresa del sistema Paese.

Una collaborazione fra mondo della ricerca e industria che può dare, secondo il giornalista, slancio alle infrastrutture in quest’area del nostro Paese.