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Trasporto aereo: IATA, a gennaio 2021 calo del traffico passeggeri del 72%

(come riportato su Le Strade dell’Informazione)

Secondo il Ceo dell’International Air Transport Association Alexandre De Juniac, l’incertezza sulla durata delle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria avrà un impatto anche sui viaggi futuri

Le limitazioni agli spostamenti dovuti all’emergenza sanitaria, secondo i dati dell’International Air Transport Association Iata, l’organizzazione internazionale di compagnie aeree, hanno fatto registrare una flessione nel trasporto aereo e il conseguente calo del traffico passeggeri sceso a gennaio 2021, rispetto ai livelli pre-Covid-19 di gennaio 2019 e dicembre 2020.

L’incertezza su quanto dureranno le restrizioni alla mobilità ha un grande impatto sui viaggi presenti e futuri. Le percentuali mostrano, come riportato dagli organi di stampa, che la domanda totale nel trasporto aereo, misurata in chilometri di entrate passeggeri o Rpk (Revenue passenger kilometers), a gennaio 2021 è calata del 72% rispetto al gennaio 2019 e la percentuale supera il calo del 69,7% su base annua registrato nel dicembre 2020.

La domanda interna totale è scesa del 47,4% rispetto ai livelli pre-crisi di gennaio 2019, a dicembre era il 42,9% più basso rispetto a un anno prima, questo indebolimento è in gran parte dovuto all’inasprimento dei controlli sui viaggi interni in Cina durante il periodo delle vacanze del Nuovo Anno Lunare.

La domanda di passeggeri internazionali a gennaio è stata inferiore dell’85,6% rispetto a gennaio 2019, un ulteriore calo rispetto al calo dell’85,3% su base annua registrato a dicembre.  

Secondo il Direttore Generale e Ceo della Iata, Alexandre De Juniac, l’incertezza sulla durata delle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria avrà un impatto anche sui viaggi futuri: “Il 2021 è partito peggio del 2020 e questo dice molto. Anche se i programmi di vaccinazione accelerano, nuove varianti di Covid stanno portando i governi ad aumentare le restrizioni di viaggio. L’incertezza sulla durata di queste restrizioni ha anche un impatto sui viaggi futuri”.  

Le prenotazioni anticipate a febbraio di quest’anno per la stagione dei viaggi estivi dell’emisfero settentrionale sono state del 78% inferiori ai livelli di febbraio 2019.  

Le compagnie aeree europee hanno visto il traffico diminuire dell’83,2% a gennaio rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, con un calo dell’82,6% a dicembre rispetto allo stesso mese del 2019. La capacità è crollata del 73,6% e il fattore di occupazione è sceso di 29,2 punti percentuali al 51,4%.

Il traffico di gennaio per le compagnie aeree nordamericane è sceso del 79% rispetto al 2019, un leggero miglioramento rispetto al calo del 79,5% di dicembre su base annua. La capacità è crollata del 60,5% e il fattore di occupazione è sceso di 37,8 punti percentuali al 42,9%. Le compagnie aeree dell’America Latina, nel frattempo, hanno registrato un calo del 78,5% della domanda a gennaio rispetto allo stesso mese del 2019, peggiorato da un calo del 76,2% di dicembre su base annua. La capacità di gennaio è scesa del 67,9% rispetto a gennaio 2019 e il fattore di occupazione è sceso di 27,2 punti percentuali al 55,3%, il più alto tra le regioni per il quarto mese consecutivo.  

Secondo i dati Iata, il traffico di gennaio per le compagnie aeree dell’Asia-Pacifico è crollato del 94,6% rispetto al periodo 2019, praticamente invariato rispetto al calo del 94,4% registrato nel dicembre 2020 rispetto all’anno precedente. La regione ha continuato a subire i più forti cali di traffico per il settimo mese consecutivo. La capacità è scesa dell’86,5% e il fattore di occupazione è crollato di 49,4 punti percentuali al 32,6%, il più basso tra le regioni.  

Davanti a questi dati l’organizzazione del trasporto aereo mostra profonda preoccupazione e De Juniac chiede ulteriori misure di intervento da parte dei governi: “Dire che il 2021 non ha avuto un buon inizio è un eufemismo.

Le prospettive finanziarie per l’anno stanno peggiorando con l’inasprimento delle restrizioni di viaggio da parte dei governi. È fondamentale che i governi sviluppino e condividano i loro piani di ripartenza insieme ai parametri di riferimento che li guideranno.

Questo permetterà all’industria di essere pronta ad energizzare la ripresa senza inutili ritardi”. A suo parere, sono urgentemente necessari standard globali per registrare in modo sicuro i test e i vaccini in formati riconosciuti a livello internazionale.