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Sul Recovery plan i Costruttori richiedono nuove regole e riforme

In audizione alla Camera l’Ad di Rfi Fiorani e il Presidente di ANCE Buia: serve sforzo imponente, speriamo che progettisti e imprese siano preparati.

Critiche e denunce dei costruttori e delle Associazioni di categoria in audizione alla Camera sulla bozza di piano messa in campo dall’ex Governo Conte con la decisa presa di posizione dei costruttori che denunciano il rischio il piano sia vuoto e inutile, senza una netta semplificazione delle autorizzazioni agli interventi e delle procedure di spesa.

Il Piano certamente dovrà essere cambiato anche con l’autorevole intervento del nuovo Governo Draghi grazie al quale speriamo ci potranno essere maggiori margini di manovra per rimodulare e sciogliere i punti critici che possono comprometterne il successo.

Nella bozza non viene chiarito come si intende realizzare concretamente il Piano, considerando la scarsa capacità di spesa della PA non avendo indicazioni chiare su quali siano i progetti disponibili e su come si intenda agire per assicurare piena funzionalità ed efficienza a una PA a corto di professionalità e fortemente disincentivata. A rischio l’efficacia di tutto il piano benchè le misure di interesse per le costruzioni siano circa 114 miliardi, di cui 63 per nuove opere.

Le riforme innanzitutto prima di affrontare il Recovery plan sono necessarie e inderogabili, senza riforme le idee presentate attualmente dall’ex Governo Conte non si possono realizzare, come ha affermato i Presidente Buia, alle Commissioni Bilancio e Trasporti alla Camera. Buia considera la bozza di Pnrr una raccolta scoordinata, di programmi di intervento sulle opere infrastrutturali, che così come impostate non potranno far ripartire la crescita di cui l’Italia ha grande necessità. L’Ance propone per tutti gli interventi un’unica procedura con quattro passaggi:

Assegnazione delle risorse entro un tempo limitato e certo;

Avvio dell’opera entro un termine perentorio pena la perdita dei finanziamenti, secondo il «modello spagnolo»;

Realizzazione dell’opera secondo un cronoprogramma definitivo e vincolante;

Attivazione di meccanismi premiali per quelle stazioni appaltanti che riescono effettivamente a contabilizzare i lavori in tempi rapidi.

il mercato delle opere pubbliche, con continui interventi di modifica delle regole alla ricerca di soluzioni ai problemi strutturali, è sempre più frammentato e andrebbe affrontato in modo organico, e confuso rivedendo e semplificando radicalmente anche il Codice Appalti.

A sottolineare in Parlamento l’utilità dei Commissari alle grandi opere è stata il nuovo Amministratore Delegato di Rfi Vera Fiorani. I commissariamenti per le grandi opere «sono uno strumento utile a rendere più rapida la realizzazione dei progetti, ha detto Fiorani, anche lei nominata Commissario di alcune opere ferroviarie.

La dottoressa Fiorani ha ricordato che in Italia l’approvazione dei contratti di programma, che servono a rendere disponibili i fondi stanziati per le ferrovie, trasformando il piano in realtà attivando le opere finanziate, seguono un iter lungo e complesso.    

Speriamo di non ripetere l’esperienza negativa, con le risorse che il Recovery plan ci mette a disposizione nel programma Next generation EU da attuare entro il 31 dicembre 2026 come chiede l’Europa.

Velocizzare le procedure non è sufficiente senza un cambio di passo in tutta la catena di responsabilità per riuscire a raddoppiare, rispetto agli ultimi anni l’attuazione delle opere ferroviarie previste nel Recovery plan. Uno sforzo organizzativo notevole, che non è solo di Rfi che lo guiderà, ma che è anche dei tecnici che dovranno fornire progettazioni e direzioni lavori e soprattutto delle imprese che dovranno realizzare questi lavori e che speriamo di trovare pronte a collaborare per portare a compimento una sfida importantissima.

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