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Liberalizzata la circolazione degli autoarticolati fino a 18 metri

(come riportato su Le Strade dell’Informazione)

Anita (Associazione Nazionale Imprese Trasporti Automobilistici): “Si apre una nuova era nel trasporto nazionale di merci”

Novità nel campo dei trasporti. Con la pubblicazione del Decreto legge Infrastrutture (DL n.121 del 10 settembre 2021) la libera circolazione di autoarticolati (complessi veicolari trattore-semirimorchio) con lunghezza fino a 18 metri è diventata una realtà anche in Italia. Sul tema ha espresso soddisfazione ANITA (Associazione Nazionale Imprese Trasporti Automobilistici) attraverso una nota diffusa agli organi di informazione. 

“Si tratta di una possibilità che ANITA chiedeva da anni con grande fermezza – commenta Thomas Baumgartner, Presidente dell’associazione – e che apre una nuova era nel trasporto nazionale di merci. L’esperienza del Progetto 18, avviato nel 2009 dal Ministero delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili e da ANFIA, con il pieno sostegno di ANITA, ne aveva dimostrato l’efficacia e le potenzialità, visti gli ottimi risultati in termini di sicurezza e ottimizzazione dei carichi e finalmente il MIMS ha riconosciuto il valore di tale innovazione nel settore e soprattutto i benefici in termini di sostenibilità ambientale”.

L’aumento della lunghezza massima consentita, a parità di peso ammesso, migliora la capacità di carico dell’autoarticolato che può così trasportare 37 pallet, ossia 4 in più rispetto alla configurazione attuale standard, garantendo maggiore efficienza nei trasporti su gomma e una tendenziale riduzione dei veicoli in circolazione e delle emissioni inquinanti.

“E’ fondamentale puntare sempre più sull’innovazione tecnologica per rispondere alla domanda di mobilità sostenibile e centrare pertanto gli ambiziosi obiettivi nazionali ed europei – prosegue Baumgartner – e per completare l’allineamento dell’Italia al resto d’Europa va ancora avviata la sperimentazione dei veicoli da 25,50 metri – c.d. EMS o Ecocombi – che sono già autorizzati in ben otto Paesi UE nella circolazione nazionale e che consentirebbero di ottimizzare ulteriormente la filiera, con un risparmio di autisti che, come noto, sono sempre più introvabili in Italia e all’estero.

Ovviamente questi mezzi dovrebbero poter circolare solamente su una rete stradale e autostradale individuata e adatta che collega centri produttivi e logistici, interporti, terminali ferroviari e porti, senza entrare mai nei territori urbani”.