Sospendere il Codice Appalti per il periodo necessario a realizzare gli investimenti del Recovery Plan. L’idea perviene da Roberto Rustichelli presidente dell’Autorità Antitrust. Una proposta ufficiale scritta nella segnalazione annuale inviata al Governo Draghi con le proposte per la Legge sulla concorrenza.
Per l’Autorità antitrust la riforma degli appalti è un intrico di norme che portano a difficoltà interpretative e generano inefficienze.
Per il rilancio degli investimenti ora c’è il Recovery Plan, quindi l’Authority segnala che non c’è tempo per attuare subito una rivisitazione e semplificazione del Codice. Di qui l’idea di muoversi su due piani differenti.
In primis sospendere l’applicazione del Codice dei Contratti pubblici per ricorrere solo alle direttive Ue per aggiudicare gli appalti interessati dai fondi europei del Next generation EU e alle opere strategiche. Tutto questo consentirebbe di poter eliminare immediatamente i vincoli sul subappalto, l’avvalimento, l’appalto integrato, i criteri di valutazione delle offerte e l’obbligo di nomina di commissari esterni.
In un secondo tempo puntare su una riforma complessiva del Codice Appalti per semplificare le procedure e lasciare maggiore spazio alla discrezionalità delle stazioni appaltanti.
L’Antitrust prevede il riconoscimento di una più ampia discrezionalità delle stazioni appaltanti nel rispetto delle regole, che devono accompagnarsi a una loro riqualificazione e con una una specializzazione della Pubblica amministrazione con la digitalizzazione delle procedure operative.
L’aggiudicazione degli appalti oggi è spesso ingiustificatamente costosa e complessa ritardando l’esecuzione delle opere.
Ecco perché il Consiglio dell’Autorità mira a ridurre le formalità e gli adempimenti non necessari, a vantaggio sia dell’acquirente pubblico, che può spendere meglio le risorse assegnate, e anche delle imprese che, in assenza di norme di dettaglio, vengono liberate da tutti gli oneri superflui.