Condividi, , Google Plus, LinkedIn,

Stampa

Istat: nel secondo trimestre il Pil vola a +2,7%. Inflazione accelera all’1,8%

(come riportato da Rai News)

Aumento del 17,3% rispetto allo stesso periodo 2020

La ripresa c’è e si sta consolidando, in Europa come nelle principali economie del continente, con l’Italia che corre di più della ‘locomotiva tedesca’ e dell’Eurozona

Nel secondo trimestre del 2021 il Pil italiano, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato del 2,7% rispetto al trimestre precedente e del 17,3% in termini tendenziali.

Lo comunica l’Istat in base alle stime preliminari. L’incremento “eccezionalmente marcato” registrato su base annua, spiega l’Istituto di statistica, deriva dal confronto con il punto di minimo toccato nel secondo trimestre del 2020 in corrispondenza dell’apice della crisi sanitaria dovuta alla diffusione del Covid.

La crescita acquisita per il 2021, quella che si otterrebbe se nel terzo e quarto trimestre dell’anno il Pil italiano registrasse una variazione congiunturale nulla, è del 4,8%. “Dopo un primo trimestre del 2021 in lieve recupero, nel secondo trimestre dell’anno l’economia italiana ha registrato una crescita molto sostenuta.

Il risultato ha beneficiato soprattutto di un forte recupero del settore dei servizi di mercato, il più penalizzato dalla crisi, di una crescita dell’industria e di una sostanziale stazionarietà dell’agricoltura”.

Il dato comunicato oggi dall’Istat è nettamente superiore alle attese degli analisti. Il consensus indicava fino a ieri un’espansione dell’economia dell’1,3% su base trimestrale. La crescita acquisita per il 2021, pari al 4,8%, è invece solo leggermente inferiore alle previsioni del governo, della Commissione europea e di Bankitalia, concordi nello stimare un aumento del Pil intorno al 5%.

Se nel Def di aprile era indicata una crescita del 4,5%, in più occasioni il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha infatti giudicato raggiungibile l’obiettivo del 5%, con l’unico rischio rappresentato nelle ultime settimane dalla diffusione delle varianti Covid.

L’Istat specifica infine che il secondo trimestre del 2021 ha avuto una giornata lavorativa in più sia rispetto al trimestre precedente sia rispetto al secondo trimestre del 2020. Continua la corsa dell’inflazione.

Secondo le stime preliminari dell’Istat, nel mese di luglio 2021 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% su base mensile e dell’1,8% su base annua (da +1,3% del mese precedente).

“La forte accelerazione dell’inflazione a luglio – commenta l’Istituto – è di nuovo dovuta ai prezzi dei Beni energetici, in particolare di quelli regolamentati” (che includono le tariffe di luce e gas), che registrano “la crescita più alta dal 1996”, ossia da quando è disponibile la serie storica relativa all’aggregato.

L’accelerazione tendenziale dell’inflazione, indica infatti l’Istat, si deve prevalentemente a quella dei prezzi dei Beni energetici (da +14,1% di giugno a +16,9%) e in particolare a quelli della componente regolamentata che registrano a luglio un’impennata della crescita (da +16,9% a +29,0%), mentre i prezzi della componente non regolamentata rallentano (da +12,8% a +11,2%).

Contribuiscono a questa dinamica, ma in misura minore, i prezzi degli Alimentari lavorati (che invertono la tendenza da -0,4% a +0,4%), quelli degli Alimentari non lavorati (che riducono la flessione da-1,1% a -0,2%), la lieve accelerazione dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +1,0% a +1,3%) e la minore flessione di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da -1,4% a -0,2%).

I prezzi del cosiddetto carrello della spesa, che include i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona, registrano a luglio un’inversione di tendenza passando da -0,7% del mese precedente a +0,2%, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano (da +1,6% a +2,0%).

Lo comunica l’Istat diffondendo i dati provvisori dei prezzi al consumo di luglio. Paesi a confronto La ripresa c’è. E si sta consolidando, in Europa come nelle principali economie del continente, con l’Italia che corre di più della ‘locomotiva tedesca’ e dell’Eurozona.

I dati del Pil nel secondo trimestre attestano che s’intravede la luce in fondo al tunnel, anche se restano i timori per l’aumento dei contagi dovuti alla variante delta e lo spettro di nuovi lockdown e restrizioni.

Nel secondo trimestre il Pil cresce del 2% nell’eurozona e dell’1,9% nell’Ue. Tra gli Stati membri, il Portogallo (+4,9%) registra l’aumento più elevato rispetto al trimestre precedente, seguito da Austria (+4,3%) e Lettonia (+3,7%), mentre la Lituania (+0,4%) e la Repubblica Ceca (+0,6%) registrano l’aumento più basso. La crescita italiana è stata del 2,7% (+17,3% rispetto allo scorso anno).

I tassi di crescita anno su anno sono stati positivi per tutti i Paesi. Germania L’economia tedesca cresce dell’1,5% nel II trimestre, a seguito di una contrazione rivista del 2,1% nel precedente trimestre e delle aspettative di mercato mancate di una crescita del 2,0%. Lo rileva la stima preliminare dell’Ufficio federale di statistica, spiegando che su base annuale il Pil tedesco è aumentato del 9,20%.

La ripresa nel secondo trimestre ha seguito il graduale allentamento delle restrizioni indotte dal coronavirus ed è principalmente dovuta all’aumento della spesa per consumi finali delle famiglie e del governo.

Il Pil era ancora inferiore del 3,4% nel secondo trimestre del 2021 rispetto al quarto trimestre del 2019, il trimestre prima dell’inizio della crisi pandemica. Portogallo l Pil del Portogallo è aumentato del 4,8% nel secondo trimestre, un periodo segnato dal graduale sollevamento delle restrizioni dopo il blocco legato al Covid: lo prevede l’Istituto nazionale di statistica (Ine) di Lisbona.

Su base annua, l’attività economica è balzata del 15,5%, ha detto l’Ine, aggiungendo che l’aumento trimestrale è stato ampiamente sostenuto “dalla domanda interna” e “un aumento delle esportazioni di beni”. Il Portogallo sta tornando alla crescita dopo che l’economia si è contratta del 3,2% nel primo trimestre, a causa del lockdown tra metà gennaio e metà marzo per affrontare la violenta ondata di coronavirus.

Francia “L’economia francese rimbalza nel secondo trimestre, con un aumento del Pil dello 0,9%, meglio del previsto, in un periodo segnato sia dal terzo lockdown sia dalla graduale revoca delle restrizioni, secondo una prima stima dell’Insee.

Il Pil “si avvicina al livello pre-crisi”, sottolinea l’Istituto nazionale di statistica, che indica di aver rivisto leggermente al rialzo l’evoluzione del Prodotto interno lordo nel primo trimestre, ora stimata stabile, e non in calo dello 0,1%, come dichiarato a fine maggio. “Si tratta di una prestazione eccezionale per l’economia francese”, ha dichiarato il ministro delle Finanze, Bruno Le Maire.

Spagna Anche la Spagna torna a crescere nel secondo trimestre, con un aumento del Pil del 2,8% rispetto al trimestre precedente, confermando la ripresa dell’economia nonostante l’incertezza che ancora pesa per la pandemia di Covid. Le attese erano per una crescita del 2%. Nel primo trimestre l’economia spagnola si è contratta dello 0,4%, dopo aver registrato un crollo storico del 10,8% nel 2020, uno dei maggiori cali tra i Paesi sviluppati.

Condividi, , Google Plus, LinkedIn,