(Come riportato in una nota di Andrea Mascolini – Direttore Generale OICE)
No all’Italstat del Progetto, si cambi rotta prima che sia troppo tardi e si pensi a programmare e controllare.”
L’OICE, l’Associazione delle società di ingegneria e di architettura italiane, aderente a Confindustria, prende nuovamente posizione rispetto alle progettazioni interne da parte di una struttura pubblica di progettazione e sui rischi di un ritorno ad una “Italstat del Progetto”, a valle dell’intesa siglata fra Investitalia e Agenzia del Demanio per attivare con 20 milioni progetti per il riuso e la riqualificazione di immobili pubblici: “Il recente accordo siglato fra Investitalia e Agenzia del Demanio ci lascia molto perplessi perché è frutto di una scelta sbagliata, ideologica, quantomeno antistorica e che non poggia su dati di realtà. In Italia, checchè se ne dica, non manca affatto la capacità di progettare, anzi!
Le nostre società di progettazione sono assolutamente ricercate all’estero per la qualità tecnica che sanno esprimere. La capacità di progettare da parte di società e professionisti non è un problema; allora perché, ci chiediamo, bisogna continuare a perdere tempo, di tanto in tanto, con idee retrograde di predisposizione di ennesimi apparati pubblici di progettazione?
Il problema del Paese è, invece, la difficoltà di programmare, gestire e controllare i processi esecutivi. Oggi, anche con le norme del decreto semplificazioni, una progettazione si può affidare rapidamente e in maniera assai snella. Semmai il problema è approvare i progetti in tempi potabili e farli realizzare secondo i cronoprogrammi e ai costi stimati. Questo deve essere il compito di una Struttura pubblica, non quello di rinunciare ad affidare progetti e di realizzarli al proprio interno“.
Per l’OICE alimentare strutture pubbliche di progettazione rappresenta una scelta semplicemente illogica e anacronistica in controtendenza rispetto a quanto avviene nei Paesi industrializzati e modernamente organizzati: “all’estero, invece di generare nuovi mostri burocratici – precisa Scicolone – chiedono al mercato servizi di qualità elevata e sanno controllare e verificare le risposte del mercato, organizzato in maniera multidisciplinare e tecnologicamente avanzato come mai potrà essere una Struttura pubblica di progettazione. D’altronde la macchina della progettazione pubblica muove circa un miliardo di euro di progettazione all’anno; a cosa serve una struttura per attivare 20 milioni di progettazione? Una goccia nell’oceano”.
La proposta dell’OICE è di cambiare rapidamente rotta e investire in risorse e personale non tanto per progettare quanto per programmare e controllare, compiti essenziali per uno Stato moderno: “Anche le difficoltà cui stiamo assistendo nella definizione del PNRR confermano che la capacità di programmare, selezionare gli interventi e comprenderne a fondo la strategicità e l’utilità, rappresenta il vero tallone d’Achille dell’Italia.
Anche su questo basterebbe rifarsi all’esperienza del mondo privato che del project management fa una sua leva tecnica fondamentale. Noi siamo a competa disposizione del Governo e dell’Agenzia del Demanio per un confronto aperto e franco su questi temi, nell’interesse primario del nostro Paese che non può permettersi soprattutto in questi difficili periodi, anche un solo errore strategico”.