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Il paese riparte tra digitale e green

(come riportato in una nota del MIMS)

I progetti del Pnrr daranno ulteriore spinta alla ripresa, come quelli previsti nel settore delle infrastrutture e dei trasporti. Ce Li anticipa il ministro Giovannini

Si riporta il testo dell’intervista che il ministro Enrico Giovannini ha rilasciato a Valeria Panigada de “Wall Street Italia”.

Il cantiere Italia per la ripresa nel post-Covid è avviato e i risultati sono già visibili, facendo ben sperare per il prossimo futuro. Già nel secondo trimestre del 2021 il Pil italiano è salito del 2,7% rispetto ai tre mesi prima e del 17,3% rispetto al secondo trimestre del 2020, ovvero dal pieno della crisi (dati Istat).

Un rimbalzo che dovrebbe trasformarsi in un recupero stabile, con tassi di crescita superiori al 2% nei prossimi cinque-sei anni, grazie ai progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnnr). Come quelli già iniziati e previsti nel settore delle infrastrutture e dei trasporti.

Lo conferma, Enrico Giovarmici, ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, che nell’intervista esclusiva con WSI fa sapere: “Negli ultimi sei mesi sono state approvate 102 opere, tra ferrovie e strade, con una forte concentrazione nel Sud del paese, per un totale di 96 miliardi. Si tratta di opere attese da molto tempo, ma che per varie ragioni erano ferme”.

Lo sblocco dei lavori per quelle infrastrutture incagliate da anni e la modifica delle normative per accelerare l’iter autorizzativo rappresentano solo uno dei quattro punti fissati nell’agenda ciel ministero. Tra le linee strategiche pensate per la svolta ciel paese c’è anche, come facile immaginarsi, la transizione ecologica e digitale, considerata una priorità. in questo campo rientra il progetto, attualmente allo studio insieme a Rete Ferroviaria Italiana e agli operatori delle telecomunicazioni, di portare il 5G nei corridoi ferroviari, per offrire un servizio adeguato ai tempi.

Ma non solo. C’è anche l’obiettivo di diffondere l’alta velocità in aree finora escluse, come la Calabria e la Sicilia, oltre che sviluppare linee regionali per migliorare gli spostamenti dei pendolari ed elettrificare molte reti, soprattutto nel Mezzogiorno, attraverso tecnologie all’avanguardia, con un esperimento di utilizzo dell’idrogeno. “Il Pnrr è permeato di questa visione del futuro ed è un cambiamento epocale — dice Giovannini. Dieci anni per cambiare l’Italia, per migliorare la qualità della vita dei cittadini e aumentare la competitività delle imprese nel rispetto dell’ambiente”.

Rivoluzione copernicana. Non è un caso, infatti, che la parola “sostenibili” sia entrata a pieno titolo nel nome del ministero stesso. “E un passaggio fondamentale per costruire sian un modo diverso rispetto al passato — spiega Giovannini —. Dobbiamo valutare gli investimenti anche sul piano dell’impatto ambientale, non solo in termini di CO2 ma anche della biodiversità”. Un impegno, assicura il Ministro, che verrà profuso non solo per le opere principali del Pnrr, ma ampliato a tutti i progetti futuri, definendo linee guida di fattibilità tecnico-economica in linea con il Next Generation EU, stilla cui base verranno rilasciate le autorizzazioni ambientali, paesaggistiche e di sicurezza.

“E’ una rivoluzione copernicana — prosegue — ed è per questo che stiamo lavorando a stretto contatto con esperti, sindacati, associazioni di categoria e associazioni ambientaliste, così da far sì che queste nuove regole siano non solo adeguate ma aiutino a rare il salto necessario”. Da qui, l’altra linea strategica. fissata dal ministero: cambiare il modo in cui il ministero funziona. Per fare questo, l’intenzione è di reclutare ricercatori ed esperti di tecnologia per creare un centro di studio interno in grado di dialogare con la ricerca più avanzata, per far sì che la regolamentazione e la legislazione restino sempre al passo coni tempi”.

Ad oggi, è indubbio che occorre rivedere le infrastrutture esistenti del paese, per la maggior parte vecchie e obsolete, rafforzarle e renderle innovative. A questo riguardo, il ministero ha istituito due commissioni, una sul cambiamento climatico e l’impatto sulle infrastrutture, l’altra sui nuovi strumenti per mobilitare il risparmio privato così da finanziare le opere infrastrutturali e i sistemi di trasporto sostenibili. A breve, arriveranno le proposte che verranno discusse in pubblico.

Nel frattempo, non va dimenticato che la battaglia contro la pandemia non si è ancora chiusa e in questa direzione il Ministero sta lavorando per sviluppare un sistema di trasporti pubblico adeguato, anche a livello locale. “Insieme alle Regioni — fa sapere Giovannini -abbiamo lavorato sul potenziamento dell’offerta. Oltre ai 250 milioni di euro di finanziamento ai servizi aggiuntivi, per aumentare del 15-20’/o i mezzi nelle ore di punta, ne abbiamo messi 618 nel secondo semestre, quindi più del doppio. Non solo, abbiamo guardato anche alla domanda di trasporto e abbiamo elaborato un decreto che obbliga le imprese e le amministrazioni pubbliche con più di 100 addetti in comuni con più di 50 mila abitanti a introdurre la figura del mobility manager, incaricato di trovare le soluzioni di movimento dei lavoratori più adatte”.

L’Italia è pronta al grande salto? “E pronta — risponde il ministro — nella misura in cui riesce a crescere così da ridurre anche il fatidico rapporto Debito pubblico/Pil”, visto che la spesa è salita in maniera abnorme in questo anno e mezzo”. Proprio in quest’ottica, gli investimenti potrebbero giocare un ruolo chiave. “In questo momento c’è molta liquidità disponibile e molti soggetti finanziari alla ricerca di opportunità. di investimento profittevoli nel medio termine — suggerisce Giovannini —. Le infrastrutture e i sistemi di trasporto possono essere un interessante impiego.

Per questo vogliamo proporre degli strumenti per attrarre il risparmio privato. Sono convinto infatti che lo sforzo di ammodernamento delle infrastrutture e dell’intero paese debba. coinvolgere sia il settore pubblico sia quello privato”.

Oltre a questa condivisione di obiettivi, c’è da considerare anche cm altro aspetto che potrebbe incentivare ulteriormente l’investimento privato nelle infrastrutture e nei trasporti. Ed è quello della sostenibilità. Il recente boom di emissioni di titoli e obbligazioni basati sui cosiddetti criteri Esg (Environmental, Social, Corporate governance) conferma che i risparmiatori sono alla ricerca non solo di un mero rendimento, ma anche di obiettivi in linea con i loro valori. “Questo – commenta Giovannini- è un cambiamento profondo.

La pandemia ha fatto scoprire a molti la connessione tra sostenibilità economica, ambientale e sociale. La domanda, quindi, non è risparmio e investimento pur che sia, ma con una finalità. Ed è qui che abbiamo bisogno come paese di mostrare che questo risparmio può essere orientato per cambiare la vita delle persone, per rendere più sicuro il nostro ambiente e quindi la nostra società e la nostra economia attraverso i trasporti e le infrastrutture.

E questa la svolta a cui siamo di fronte”. Se da una parte è necessario che il sistema economico italiano dia delle prospettive qualitative e quantitative a chi vuole investire nel paese, è anche vero che non deve essere l’unico attore attivo su questo fronte. “Credo sia anche compito delle imprese gettare il cuore oltre l’ostacolo, ad esempio pagando di più le persone di valore, perché c’è da ammettere che i nostri stipendi di ingresso sono ben più bassi di quelli di altri paesi”. Qui si tratta di un investimento in capitale umano: se il dottore di ricerca, a parità di altre condizioni, all’estero percepisce 1.000-1.500 euro in più al mese rispetto all’Italia, si può facilmente immaginare il motivo del fenomeno relativo alla fuga di cervelli. Il tema dei salari di ingresso e della progressione di carriera in base al merito è cruciale: “Da qui — precisa Giovannini — dipende molto la valorizzazione delle risorse umane, soprattutto dei giovani, che poi si traduce in aumento di fiducia e in un miglioramento del quadro economico”.

Detto in altre parole, la crescita economica accompagnata da una transizione ecologica e digitale non può essere realizzata esclusivamente dal governo e da progetti scritti, una necessita dello sforzo di tutti, ovvero di coloro i quali sono impegnati ogni giorno nelle attività lavorative, di consumo, di risparmio, di studio. “E certamente una trasformazione che richiede l’impegno di tutti per andare nella giusta direzione”, conclude Giovannini.