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Giovannini: “Siamo impegnati a stimolare ogni azione possibile che consenta di velocizzare le procedure”

(come riportato su Le Strade dell’Informazione)

Audizione del ministro alle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili davanti alle commissioni congiunte di Senato e Camera

Impegno nel velocizzare i cantieri per acquistare competitività nel rispetto dell’ambiente. Questo il filo conduttore dell’audizione tenuta dal ministro alle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini davanti alle commissioni congiunte Ambiente e Trasporti della Camera e Lavori pubblici del Senato, nell’ambito dell’esame dell’atto del Governo numero 241 “Individuazione interventi infrastrutturali – decreto-legge sblocca cantieri”.   

Come riportato dagli organi di informazione, l’obiettivo del Governo per Giovannini punta ad “affrontare la crisi in atto, stimolando una ripresa economica robusta ed efficacie, anche a livello occupazionale, ma con un’impostazione chiara coerente con la nascita del ministero della transizione economica e il nuovo nome dato al ministero delle Infrastrutture e Mobilità sostenibili.

Siamo impegnati a stimolare ogni azione possibile, che consenta di velocizzare le procedure e all’interno di questo impegno politico, lo sblocca cantieri è molto importante: discutiamo di 58 opere importanti e significative, per un importo complessivo nell’ordine di 65-70 miliardi di euro, con impegni ben bilanciati a livello territoriale: 22 miliardi per il Nord, 18 al Centro e 27 al Sud”. 

Profonda anche la coerenza tra le opere e il Pnrr, ha spiegato Giovannini, ricordando come 8 delle 10 opere stradali sono contenute nell’allegato 2020 al Def ‘Italia Veloce’, lo sono anche 15 dell’ambito ferrovie e tra queste 10 sono nelle proposte del Pnrr. Per le opere idriche, 10 sono nell’allegato Def, così come quelle relative al trasporto di massa e quelle idriche. 

In merito al decreto sblocca cantieri bis, che secondo Giovannini arriverà entro giugno, le opere presenti dovranno tenere conto della lista approvata nel 2020. “Discuteremo di questa seconda lista, ma andranno definiti i contorni, legati al Pnrr e alla progettazione strategica, e alle priorità europee, tra quelle del fondo sviluppo e Coesione Ue”, spiega il ministro.

Di qui al via libera di questo decreto, sussistono 4 livelli di problemi: il coinvolgimento delle regioni, “anche se la norma riconosce al Governo il compito di individuare le opere, intendiamo parlare di più con le regioni”. Come ha puntualizzato Giovannini: “Dobbiamo distinguere fra due livelli, di impostazione generale le norme prevedono che sia il governo a identificare le opere, ma con un dialogo con i soggetti che operano sul territorio.

Questo dialogo per una serie di ragioni è stato evitato. Nella preparazione del secondo provvedimento, anche alla luce del Pnrr, noi appena ricevuti i pareri della Commissione attiveremo i contatti bilaterali con le Regioni che devono dare il concerto sull’attuazione delle opere che ricadono nel loro territorio. Ho preso un impegno con il presidente Bonaccini per trovare forme di consultazioni che non sia però un concerto complessivo, non previsto dalla norma”.  

Per quanto riguarda la tempistica, Giovannini ha evidenziato che: “La norma del decreto semplificazioni prevede che entro 30 giugno 2021 devono essere emanati uno o più decreti. Quindi avremo una seconda opportunità per nuovo decreto.

Quindi ragionevolmente come presidenza del Consiglio dovremo sottoporre la bozza proposta del Dpcm entro 30 aprile e poi dovremmo correre molto per assicurarsi di avere la firma. Il 30 aprile è fondamentalmente domani ed è la data che abbiamo impresso nelle nostre stanze ogni mattina. Il 30 aprile è anche la data entro la quale va presentato il piano di ripresa e resilienza alla Commissione Europea.

L’ottimo è nemico del bene. Noi abbiamo un disperato bisogno di essere rapidi. Non solo rispetto alla bozza di Dpcm ma anche alla prossima. Non si può rinviare alle calende greche, ma da domattina dobbiamo iniziare a lavorare per risolvere i problemi emersi. Non si può incagliare il secondo decreto. Non si può slittare in avanti, magari di qualche settimana per parlare delle nuove opere. Non c’è più possibilità di discutere oltre sulle opere. Il 30 luglio è una data tagliola”. 

Tra gli altri temi affrontati in audizione, in merito ai commissari straordinari, per Giovannini “L’indicazione del governo è stata chiara: bisogna individuare solo figure di alta professionalità tecnico amministrativa, non solo competenti nel velocizzare le procedure, ma anche immediatamente operativi.

Il peccato è che i mesi passati nella confusione del processo di dialogo politico abbiano rallentato una serie di iniziative che potevano partire più rapidamente. La buona notizia è che poiché alcuni commissari operano in strutture come Fs, Anas e altre, e hanno una serie di informazioni e progettazioni che vanno nella direzione auspicata, una parte del lavoro di natura tecnica è comunque stato avviato, anche se informalmente. E questo potrebbe consentire una velocità maggiore non appena verranno formalizzati”.  

Infine, riguardo il finanziamento delle opere Giovannini afferma che, “alcune sono inserite e coerenti con il Pnrr, al momento non c’è stanziamento, ma soldi arriveranno” dai fondi europei. “Anche nella definizione del secondo provvedimento, l’obiettivo è attivare la transizione verso un’economia più competitiva e uno sviluppo economico e sociale, nel rispetto dell’ambiente. Sono elementi che guidano l’opera Governo, e devono rientrare un sistema”.

Il ministro ha concluso sostenendo che “Queste infrastrutture sono fondamentali e sono la precondizione per uno sviluppo adeguato, sono un presidio per il benessere e il funzionamento delle attività economiche”.