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Giovannini: “Ripensare i tempi delle città”

(come riportato su Le Strade dell’Informazione)

Il ministro del Mims firma col ministro della Transizione ecologica Cingolani un decreto che rende obbligatoria la figura del mobility manager per città con più di 50mila abitanti e imprese con più di 100 dipendenti. Lo spiega lo stesso Giovannini ad evento Ansa

Città più sostenibili, senza ingorghi nelle ore di punta. È questo l’obiettivo del decreto firmato dai ministri dei Trasporti e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, e della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, che prevede la figura obbligatoria del mobility manager per le città con più di 50mila abitanti e le imprese con più di 100 dipendenti.

Nel corso di “Abitare il futuro: quali infrastrutture per una mobilità sostenibile”, terzo degli appuntamenti organizzati dall’Ansa sui temi della sostenibilità, il ministro Giovannini ha spiegato che è necessario “ripensare i tempi della città, i tempi del movimento, delle scuole, delle persone. Non dobbiamo solo inseguire i cambiamenti ma possiamo gestire questo elemento che incide moltissimo sulla qualità della vita”. Lo riporta proprio l’agenzia sui suoi canali.

Infrastrutture – sottolinea l’amministratore delegato dell’Ansa, Stefano De Alessandri – da realizzare con i fondi di Next generation Eu che rappresentano un’opportunità per colmare il gap italiano. 
“Sta un po’ cadendo il mito della grande metropoli e 1,5 milioni di italiani, nei prossimi due-tre, anni vorrebbero trasferirsi in una città di dimensioni più piccole”, spiega poi Silvia Zucconi responsabile dell’Osservatorio Nomisma sulla smart mobility. “La nuova flessibilità portata dal Covid sugli orari – con gli incentivi giusti ci può permettere di distribuire i picchi e usare meglio l’infrastruttura esistente”, sottolinea l’architetto e urbanista Carlo Ratti che dirige il Senseable City Lab del Mit invitando a usare “meno calcestruzzo e più silicio e intelligenza” per l’analisi dei dati. 

Il rettore del Politecnico di Milano, Ferruccio Resta, invece ricorda che “sperimentare la tecnologia e fare innovazione nella normativa devono andare in parallelo, e su questo il nostro Paese è in ritardo” evidenziando come altri Paesi in Europa stiano lavorando per affrontare insieme tecnologia e aspetti giuridici, assicurativi e regolamentatori. 

Della questione invece le aziende sono già attive da tempo. Abb, ad esempio, ha investito 30 milioni di dollari per il nuovo stabilimento di sistemi di ricarica per veicoli elettrici “made in Italy”. Il suo E-Mobility lead manager, Antonio De Bellis annuncia infatti importanti impegni di crescita esponenziale dei mezzi elettrici. “I tempi sono quindi maturi per un cambio di passo anche nei trasporti pesanti” dice l’head of sustainable solutions, Paolo Carri di Italscania che chiede però “lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica specifica”. 

La sostenibilità è al centro anche per il direttore generale del Tunnel Euralpin Lyon Turin (Telt), Mario Virano, che descrive la rete Tent-T come “una grande metropolitana europea in cui le fermate sono le città”, una mobilità su grande scala che ha anche un effetto ‘geopolitico’ connettendo le diverse realtà, potendo però mantenere il proprio sistema di valori. 

L’evento “Abitare il futuro: quali infrastrutture per una mobilità sostenibile” è stato realizzato anche con la collaborazione di Enel ed è stato trasmesso in streaming su Ansa.it e sui canali social dell’agenzia e moderato dal direttore Luigi Contu e da alcuni suoi giornalisti.