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Giovannini: investire nella sicurezza delle infrastrutture e in un cambio culturale

(Le Strade dell’Informazione)

Il ministro del Mims è intervenuto in occasione della presentazione della prima Relazione annuale dell’Ansfisa

“Una delle iniziative fondamentali per la trasformazione economica e sociale in chiave sostenibile è la messa in sicurezza delle nostre infrastrutture, che devono corrispondere ai bisogni delle imprese e dei cittadini, e che devono realizzare quell’obiettivo di uguaglianza di opportunità sancito anche dalla nostra Costituzione, oggi non assicurato a causa gravi disuguaglianze sociali, di genere e territoriali che affliggono l’Italia, con una inaccettabile distanza tra Nord e Sud, centri e periferie, città e aree interne e rurali”.

Lo sottolinea il ministro il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, in occasione della presentazione della prima Relazione annuale dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture stradali e autostradali (Ansfisa), che ha il compito, fra le altre cose, di costruire una nuova cultura per la sicurezza delle infrastrutture italiane per sviluppare un sistema dinamico, basato sulla prevenzione e sulla chiarezza delle competenze.

”L’investimento in sicurezza – ha dichiarato Giovannini – è per questa generazione, ma anche per quelle future. Per questo è pienamente in linea con i principi di sostenibilità. Molte delle nostre infrastrutture, costruire a partire dal secondo dopoguerra, in alcuni casi raggiungono il fine vita e hanno bisogno di essere smantellate e ricostruite, in molti casi hanno bisogno di manutenzioni straordinarie”.

Il ministro è intervenuto anche sull’approvazione del PNRR ricordando che è “un passaggio cruciale, atteso da molti mesi, che però vede accanto all’uso dei fondi del Next Generation Eu, un investimento fortissimo di 30 miliardi per un fondo complementare a cui si aggiungono 10 miliardi per il completamento dell’Av Sa-Rc e il completamento della Brescia-Vicenza-Padova di Av e soprattutto si aggiungono 15 miliardi del Fondo Sviluppo e Coesione, che viene rifinanziato, e quasi 80 miliardi dei fondi comunitari ordinari”.

L’innovazione tecnologica e dei materiali un passaggio fondamentale perché “può consentire un salto di qualità nella gestione delle reti infrastrutturali, ma va accompagnato con un ampio cambiamento di visione che si traduce nella nuova cultura della sicurezza di cui l’Ansfisa si sta facendo garante”.

“I prossimi anni, per motivi legati alla vetustà di alcune opere e all’impatto prevedibile dei cambiamenti climatici – conclude – il nostro Paese dovrà accrescere il proprio sforzo nella direzione della manutenzione ordinaria e straordinaria delle infrastrutture, in un’ottica di prevenzione dei rischi. Non si tratta solo di uno sforzo finanziario, ma di un cambio culturale che vede il ministero e Ansfisa impegnati fianco a fianco, nel rispetto delle rispettive competenze”.

L’Ansfisa, che si articola in due direzioni generali, ha il compito di promuovere la sicurezza su circa 840.000 km di strade; fra queste: 8.006 km di autostrade e 27.259 km strade statali (Anas) con 2.179 gallerie, 21.072 ponti e viadotti, 6.320 cavalcavia. Ai quali si aggiungono 17.530 km di ferrovie nazionali e regionali con 5.443 passaggi a livello, 18.847 ponti, viadotti e gallerie, 3.236 stazioni, 30.818 scambi o intersezioni; 1.130 km di ferrovie isolate con 944 passaggi a livello, 1529 ponti, viadotti e gallerie, 288 stazioni e 225 km di impianti di trasporto rapido di massa (metropolitane), di cui 131,6 km in galleria, dislocati in 7 città con 14 linee e 272 fermate. Mentre i soggetti, tra gestori delle infrastrutture, imprese esercenti il servizio e centri di formazione, con i quali il nuovo ente deve interfacciarsi sono più di 8.000.