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E’ online il Conto Nazionale delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili – Anni 2019-2020

(Come riportato in una nota del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili)

Il Ministro Giovannini: ”Con la pandemia abbiamo imparato il termine ‘resilienza’. Non dobbiamo tornare al punto di partenza ma fare un balzo verso un nuovo modello di sviluppo sostenibile”.

È disponibile, per la consultazione ed il “download”, il “Conto Nazionale delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili – Anni 2019-2020”.

Il Volume, giunto alla quarantanovesima edizione, si presenta quest’anno con la nuova, significativa denominazione che riprende il cambio di nome del Dicastero. Oltre a contenere, come sempre, approfondite e dettagliate statistiche di settore, inserite nel Programma Statistico Nazionale di competenza del Ministero, dell’ISTAT e di altri Enti, presenta approfondite sezioni dedicate anche alle infrastrutture ed alla mobilità sostenibili, insieme ad Appendici con dati già in parte utilizzabili. Inoltre, nel portale OpenData dell’Amministrazione sarà possibile scaricare ed utilizzare statistiche pubblicate nel Compendio.

Il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, nella sua prefazione ha sottolineato come la diffusione del documento avvenga “in coincidenza con i primi segnali di uscita dalla grave crisi causata dalla pandemia da Covid-19 che ha causato lutti, incertezze e sofferenze”.

Una crisi che, ha aggiunto il Ministro “ha messo in rilievo la stretta interconnessione tra economia, società e ambiente e mostrato la fragilità e la vulnerabilità dell’attuale modello di sviluppo agli shock causati dalla violazione degli equilibri degli ecosistemi.

Abbiamo sperimentato quanto la qualità della vita delle persone e il loro benessere siano messi a rischio dalla mancanza di sistemi di previsione e di protezione e abbiamo iniziato a comprendere il significato del termine ‘resilienza’.

Da questo insegnamento deriva la convinzione – ha concluso il Ministro Giovannini – che lo sforzo richiesto non sia semplicemente di tornare al punto dove ci trovavamo prima della crisi pandemica, bensì di compiere un balzo in avanti, verso un modello di sviluppo che sia sostenibile da tutti i punti di vista e che possa garantire il benessere a questa e alle generazioni future. Ed è proprio ciò che l’Unione europea ci chiede di fare attuando il programma Next Generation Eu”.