Condividi, , Google Plus, LinkedIn,

Stampa

Draghi: “Effetti significativi sulle principali variabili economiche se attuato bene”

(come riportato su Le Strade dell’Informazione)

In Aula alla Camera e al Senato, il premier è intervenuto sulla riforma PA, semplificazione appalti e concessioni, VIA e mobilità sostenibili

“Il Piano – se, se attuato bene – ha effetti significativi sulle principali variabili economiche”. Lo sottolinea il premier Mario Draghi, che negli ultimi giorni è intervenuto sia nell’Aula della Camera che del Senato per illustrare ed esporre le sue comunicazioni sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), riportate profusamente dagli organi di stampa. 

“Nel 2026 – evidenzia il presidente del Consiglio – il Pil sarà di circa 3,6 punti percentuali superiore rispetto a uno scenario di riferimento che non tiene conto dell’attuazione del Piano. Ne beneficia anche l’occupazione che sarà più elevata, di 3,2 punti percentuali rispetto allo scenario base nel triennio 2024-2026”. 

Dettagliato l’intervento del Presidente del Consiglio sulla “seconda riforma di sistema” che “riguarda la Pubblica amministrazione, sulla cui capacità di rispondere in modo efficiente ed efficace incidono diversi fattori. Tra questi: la stratificazione normativa, la limitata e diseguale digitalizzazione, lo scarso investimento nel capitale umano dei dipendenti, l’assenza di ricambio generazionale e di aggiornamento delle competenze”. 

“La riforma – prosegue Draghi – interviene su quattro ambiti principali: Assunzioni e concorsi, mediante una razionalizzazione delle procedure di assunzione e una programmazione degli organici mirata a fornire servizi efficienti a imprese e cittadini. Buona amministrazione, grazie a una semplificazione del quadro normativo e procedurale. Rafforzamento delle Competenze, tramite una revisione dei percorsi di carriera, la formazione continua del personale e lo sviluppo professionale.

La Digitalizzazione, con investimenti in tecnologia, la creazione di unità dedicate alla semplificazione dei processi e la riorganizzazione degli uffici”. 
Proseguendo il premier ricorda che “entro maggio presentiamo un decreto che interviene con misure di carattere prevalentemente strutturale volte a favorire l’attuazione del PNRR e del Piano complementare. Oltre a importanti semplificazioni negli iter di attuazione e di valutazione degli investimenti in infrastrutture, si procede a una semplificazione delle norme in materia di appalti pubblici e concessioni”.

Sempre sul tema delle infrastrutture, in relazione all’attenzione sotto il profilo ambientale del Piano, il capo di Palazzo Chigi ha detto: “Per quanto riguarda il tema della commissione sulla Valutazione d’impatto ambientale, la durata media della conclusione dei procedimenti è di oltre due anni. Non sono tempi compatibili con le infrastrutture di cui abbiamo bisogno, e che, ricordo, mettiamo in campo anche per andare incontro agli obiettivi ambientali. Le riforme che proponiamo portano a una riduzione dei tempi, anche con il rafforzamento della capacità del nuovo ministero della transizione ecologica”. 

Spazio anche alla mobilità elettrica. Il Pnrr italiano infatti stanzia “complessivamente 3,6 miliardi sullo sviluppo dell’idrogeno, dato significativamente superiore ai 2 miliardi della Francia e all’1,6 miliardi della Spagna. È evidente che la transizione debba tendere all’utilizzo di idrogeno verde. Questo richiederà una efficacia senza precedenti nel raggiungimento dei target di generazione di elettricità da sorgenti rinnovabili, in assenza delle quali si dovranno considerare tecniche alternative per la generazione del vettore idrogeno”. 

“Il target previsto – conclude il premier – è il 72% dell’elettricità globale da fonte rinnovabile nel 2030. Vuol dire installare circa 70 GigaWatt di potenza rinnovabile nei prossimi 10 anni. Il ritmo attuale è 0,8. Dunque tutto dipenderà da quanto saremo in grado di rispettare la tabella di marcia del piano, riducendo al minimo i ritardi nell’implementazione delle infrastrutture energetiche. In tema di punti di ricarica dei veicoli elettrici, nel piano abbiamo obiettivi puntuali ed ambiziosi. Intendiamo sviluppare 7.500 punti di ricarica nelle superstrade e circa 13.755 punti di ricarica in centri urbani”, in sostanza oltre 21mila punti complessivi.