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Crollo del ponte Morandi, il processo rischia lo slittamento

(Come riportato in una nota di Rai News)

Gli avvocati della difesa chiederanno la ricusazione del Giudice per l’Udienza preliminare Tweet tre anni fa il crollo del ponte.

Un colpo di scena a due giorni dall’udienza preliminare del processo per il crollo del ponte Morandi, che costò la vita a 43 persone.

In apertura dell’udienza, gli avvocati di sei imputati chiederanno la ricusazione del Gup Paola Faggioni. Il magistrato titolare del procedimento – secondo quanto sostenuto dai legali – non potrebbe giudicare in quanto si è già pronunciata su alcuni imputati, e direttamente anche sull’inchiesta del ponte.

La richiesta – se accolta – rischia di allungare i tempi del processo, bloccando dall’inizio la prima udienza. La giudice Faggioni domani dovrà decidere su chi mandare a processo, chi prosciogliere e per chi accettare la richiesta di un eventuale rito abbreviato dei 59 imputati.

L’istanza di ricusazione del giudice titolare a presentare l’istanza, gli avvocati difensori di Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Aspi, Paolo Berti, ex direttore generale, Michele Donferri Mitelli, ex direttore generale delle manutenzioni e gli ex dirigenti e tecnici Stefano Marigliani, Massimo Meliani e Paolo Strazzullo.

A chi spetta la decisione a decidere in merito sarà chiamato il presidente della Corte di Appello. In caso di accoglimento il Giudice per l’udienza preliminare dovrà essere cambiato, allungando i tempi del procedimento. L’inchiesta sulle barriere fonoassorbenti pericolose.

In particolare la giudice Paola Faggioni – scrivono gli avvocati – ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare con cui nel novembre del 2020 vennero messi agli arresti domiciliari proprio gli ex vertici di Aspi, per lo scandalo delle barriere fonoassorbenti pericolose. Dopo il crollo del ponte infatti, la Guardia di finanza aveva avviato indagini anche su presunti falsi report sullo stato di salute complessivo dei viadotti della Liguria, sulle barriere e le gallerie autostradali.

Nel registro degli indagati, iscritti per queste indagini quasi sempre le stesse persone, cioè i vertici di ASPI e SPEA (la società controllata titolare delle manutenzioni ed ispezioni). Di qui l’istanza di ricusazione: stesso giudice, per due diversi procedimenti ma con gli stessi indagati.

Il Crollo del ponte Morandi, la tesi della procura Secondo i Pm, gli allora vertici di autostrade, avrebbero risparmiato sulle manutenzioni allo scopo di ottenere maggiori profitti, falsificando i report sullo stato di salute del viadotto.

Oltre 300 le parti offese che si costituiranno parti civili, tra cui il comune di Genova, la regione, ed i sindacati Cgil Cisl e Uil. L’udienza preliminare è prevista venerdì 15, nella tensostruttura predisposta all’interno del tribunale di Genova, per le normative anti Covid. 59 imputati per il crollo 59 persone imputate oltre alle due società Aspi e Spea.

Tra le accuse – a vario titolo – crollo doloso, attentato alla sicurezza dei trasporti, omicidio stradale, omicidio colposo plurimo. Il verdetto sulla ricusazione Gli avvocati presenteranno istanza di ricusazione alla corte di appello venerdì stesso, in apertura dell’udienza preliminare, poi, la decisione del presidente della corte.

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