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Bei: per gli italiani meglio l’auto che l’aereo

(come riportato su Le Strade dell’Informazione)

I risultati di questa pubblicazione evidenziano come le persone intendono combattere i cambiamenti climatici nel 2021, a cosa sono disposti a rinunciare per affrontare la crisi climatica, e come la pandemia di Covid-19 influisce sulle loro abitudini di viaggio e sulle loro intenzioni di combattere i cambiamenti climatici

Come cambiano le abitudini degli italiani sulla mobilità in funzione al cambiamento climatico? Dai risultati della seconda pubblicazione dedicata ai comportamenti dei cittadini in rapporto ai cambiamenti climatici per il 2020-2021 diffusa dalla Banca europea per gli investimenti (Bei) –  il maggiore finanziatore di progetti in campo climatico a livello mondiale -, si evidenzia che gli italiani sarebbero più propensi a rinunciare ai voli aerei che smettere di mangiare carne, comprare nuovi capi di abbigliamento, possedere un’auto o utilizzare servizi di video streaming.

I risultati mostrano una netta preferenza dell’auto rispetto agli altri mezzi di trasporto. Rinunciare ai voli aerei, infatti, è la scelta che pesa meno per il 38% degli intervistati, mentre quella che costa di più per il 46% di loro, è rinunciare all’uso del proprio mezzo.

I risultati di questa pubblicazione evidenziano come le persone intendono combattere i cambiamenti climatici nel 2021, a cosa sono disposti a rinunciare per affrontare la crisi climatica, e come la pandemia di Covid-19 influisce sulle loro abitudini di viaggio e sulle loro intenzioni di combattere i cambiamenti climatici.

Nel complesso, il 34% degli italiani afferma di mettere in atto dei correttivi radicali al proprio stile di vita per contrastare i cambiamenti climatici. Si tratta di una percentuale superiore di quindici punti alla media europea (19%). Il 39% dei genitori di ragazzi minorenni e il 35% degli abitanti delle città sono particolarmente rappresentati in questo gruppo.

La pandemia e il clima incidono sulle nuove tendenze legate ai viaggi. Viaggiare in futuro risentirà sia dell’andamento della pandemia che delle preoccupazioni legate al clima. Il 33% degli intervistati italiani afferma che, superate le restrizioni di viaggio dovute alla pandemia di Covid-19, non prenderà l’aereo per considerazioni legate ai cambiamenti climatici, e il 43% intende trascorrere le vacanze in Italia o in un paese limitrofo per ridurre al minimo le emissioni di carbonio. Solo per il 12% degli italiani le abitudini di viaggio in aereo resteranno invariate rispetto a quelle pre-Covid.

Alla domanda sull’uso dei trasporti pubblici ai tempi del Covid-19, il 77% degli intervistati afferma di essere al momento meno disposto a farne uso, proprio perché teme per le conseguenze sulla propria salute. Per una maggioranza di italiani, il 66 %, la paura di un contagio del coronavirus preoccupa di più rispetto agli impatti dei cambiamenti climatici sul lungo termine. La percentuale sale al 70% tra gli italiani di età pari o superiore a 65 anni, mentre scende al 59% tra coloro che appartengono alla fascia di età 15-29 anni. Indipendentemente dal paese di residenza, gli intervistati affermano che la scelta meno pesante per contrastare i cambiamenti climatici sarebbe rinunciare agli spostamenti in aereo il 40% per gli europei, il 38% per gli americani e il 43% per gli intervistati cinesi.

Anche le risposte in merito alle preoccupazioni sulla salute hanno un andamento trasversale tra gli intervistati dei vari paesi: Il 75% degli americani, il 71% dei cinesi e il 67% degli europei sono meno inclini a utilizzare i trasporti pubblici per i propri spostamenti per motivazioni legate alla salute in un tempo segnato dalla pandemia di Covid-19.

Sebbene per la maggior parte degli intervistati prevalga il timore di contrarre il coronavirus rispetto all’impatto del proprio stile di vita sui cambiamenti climatici 79% dei cittadini cinesi, 67% degli americani e 58% degli europei, i cittadini credono ancora che le scelte e le azioni dei singoli possano contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici: è il parere espresso dall’82 % degli italiani, con una percentuale di dieci punti superiore alla media europea e a quella americana entrambe al 72%, e di due punti inferiore alla media cinese l’84%.

Cresce ovunque il numero degli intervistati che hanno risposto positivamente a questa domanda rispetto al 2019, con un aumento di tre punti nell’Ue, sette punti negli Stati Uniti e 12 punti in Cina. I giovani intervistati sono notevolmente più propensi a credere che il proprio comportamento possa fare la differenza nella lotta ai cambiamenti climatici rispetto agli intervistati più anziani in Europa e negli Stati Uniti; un divario che non è invece rilevato in Cina.

L’indagine mostra che nell’Ue il 77% dei cittadini compresi nella fascia di età 15-29 anni ritiene che il proprio comportamento possa fare la differenza rispetto al 64% di quelli di età pari, o superiore, a 65 anni. Negli Stati Uniti, le percentuali sono rispettivamente del 75% per la fascia di età 15-29 anni e del 56% tra coloro che hanno 65 anni o più.

Le opportunità offerte nel periodo post-Covid-19 daranno la spinta per compiere passi in avanti sul piano della sostenibilità, ne è convinto il vicepresidente della Banca europea per gli investimenti: “Il periodo post-Covid-19 – ha dichiarato Ambroise Fayolle, vicepresidente della Banca europea per gli investimenti – offrirà l’opportunità di compiere un enorme passo avanti nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente sotto il profilo climatico.

Una ripresa verde potrebbe aiutarci ad accelerare la riduzione significativa delle emissioni di gas a effetto serra necessaria entro il 2030. I cittadini di tutto il mondo sono consapevoli che il loro comportamento individuale può fare la differenza. La Bei, in qualità di banca dell’Ue per il clima, ha il ruolo di velocizzare questa transizione verde finanziando progetti nel campo dell’energia pulita, della mobilità sostenibile e le innovazioni che consentano ai cittadini di cambiare le proprie abitudini per contrastare i cambiamenti climatici”.