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Traffico verso la Liguria, le 15 opere (incompiute) che vi costringono a stare in coda

(come riportato da Antonio Crispino sul Corriere della Sera)

Dal traforo di Armo ai lavori sulla Cisa, i cantieri aperti e mai portati a termine che paralizzano la rete autostradale

Venendo dal confine con la Francia la prima infrastruttura incompiuta legata alla viabilità che si incontra è il traforo di Armo.

Dovrebbe collegare le province di Imperia e Savona con quella di Cuneo in sette minuti. Invece ce ne vogliono trenta, salvo incolonnamenti che nel fine settimana sono come una tassa, non mancano mai.

Il traffico si riversa su un tracciato di 14 km che attraversa undici piccoli comuni. Ci vorrebbero due anni e nove mesi per concludere i lavori ma è tutto fermo da almeno cinque anni. A quel punto un turista qualunque potrebbe decidere di evitare lo strazio e andare in treno partendo dalla stazione di Andora (provincia di Savona), magari salendo su un Intercity visto che qui l’alta velocità non esiste.

Ma rischierebbe di restare lì per molti anni ancora visto che il raddoppio ferroviario per Finale Ligure è nelle carte di qualche cassetto dal 6 marzo 2002, giorno in cui fu firmato l’accordo generale tra Governo centrale e Regione prevedendo mille posti di lavoro tra edili e indotto e ricadute economiche per 3,9 miliardi solo per la regione.

Una previsione che va avanti da circa cinquant’anni e che in tutto questo tempo ha prodotto solo la realizzazione di un primo tratto fino a San Lorenzo al Mare concluso un anno e mezzo fa: circa 30 km, cioè la metà di quelli in programma. E quindi la tratta ferroviaria resta a un solo binario, con i treni che devono fermarsi per dare precedenza.

Il caos estivo

Problemi di questo tipo ci sono in tutto il territorio regionale, in qualunque direzione si voglia andare. E nel periodo estivo la situazione peggiora con la sopraggiunta del traffico da Milano.

Lo sa bene Americo Pilati, il presidente di Federalberghi Liguria, proprietario di due alberghi a Diano Marina in provincia di Imperia e che a 74 anni trova il modo di stupirsi: «Ma perché ci fanno questo a noi liguri? Abbiamo già sofferto tanto. Stiamo riaprendo gli alberghi con grande difficoltà, abbiamo abbassato i prezzi per attirare turisti ma da milanese che viene dal Lago di Garda le dico che anche i milanesi si stancheranno presto di questo caos sulle strade».

Risponde al telefono a chi lo chiama per dire che non verrà all’orario stabilito perché è rimasto intrappolato nel traffico. «Alcuni da ben cinque ore. Su cinquanta prenotati ne sono arrivati venti. Che vengano da Milano o dal Piemonte o dalla Toscana è sempre la stessa storia».

Sentendo le sue parole, ad Andrea Tafaria, il segretario generale della Filca Cisl che ci accompagna in questo viaggio, viene in mente la Pontremolese, un progetto di potenziamento della linea ferroviaria per collegare la Pianura Padana con l’Europa centrale, in particolare i porti di Livorno e La Spezia. La prima stesura è targata 1981 e ad oggi è stata completata solo in alcuni tratti.

Il tunnel senza fine

«Ora la porto in un posto davvero incredibile» dice Tafaria. Percorriamo una strada tortuosa tra i comuni di Armo e Cantarana, al confine con il Piemonte. Dopo 144 curve scendiamo dall’auto e percorriamo un sentiero tra la boscaglia. Nel bel mezzo del nulla spunta un abbozzo di tunnel. È il traforo Armo-Cantarana di cui sono stati scavati appena duecento metri. Dopodiché una grata dipinta di azzurro è stata saldata all’ingresso. E tanti saluti al collegamento veloce tra Liguria e Piemonte, anche se l’opera è inserita nel Piano settennale di Anas 2020-2027.

Ritornando verso la costa non si può non fare i conti con l’Aurelia bis. E’ un nome che accomuna la Liguria, da Ponente a Levante. Sul versante savonese si traduce in un asse tangenziale alla città di Savona completo solo all’80%. Attualmente i lavori sono fermi. «Il troncone iniziale e quello finale della strada sono quasi completi ma non c’è quello di mezzo», spiega il sindacalista della Cisl mentre regge un report chiamato «Infrastrutture, le priorità della Liguria».

Nel tratto che arriva a La Spezia, invece, i lavori sono sospesi a causa di un contenzioso tra Anas e la società appaltatrice dei lavori benché i fondi (10 milioni di euro) siano già stati stanziati dal Governo. Eppure, per andare a vedere il tracciato di Savona e quello di La Spezia sono state necessarie quasi sei ore (a dispetto delle due ore e mezza previste) tra incolonnamenti, rallentamenti, deviazioni, frane, restringimenti di corsia, svincoli chiusi e lavori in corso sul manto stradale.

«Avrebbe risolto il problema la Gronda, un sistema viario quasi del tutto sotterraneo per un totale di 72 km di autostrada» dice Tafaria mentre tamburella le dita sul cruscotto dell’auto ferma in un incolonnamento composto prevalentemente da autotreni o grandi camion. «Sa quanti autotreni si riversano nella sola città di Savona ogni settimana? Almeno duecento. E sa perché? Da un anno a questa parte non sono capaci di far ripartire le funivie che dal porto trasportavano il carbone nella Val Bormida. Ora quei carichi sono tutti su gomma» spiega spazientito. E per fortuna avevamo già visto il terminal di Vado, la bretella di Albenga, la variante di Arcola, il nodo ferroviario di Genova, il Terzo valico.