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Smart working, Dadone: risposta più che adeguata da Regioni

Photo credit: https://www.facebook.com/FabianaDadone/

(come riportato da Regioni.it)

“Tutte le Regioni hanno risposto più che adeguatamente alle necessità ed alle prescrizioni in materia di lavoro agile, anche se desidero esprimere il mio plauso e il mio ringraziamento alle Regioni Veneto e Lombardia, poste di fronte all’emergenza più grande”. Lo ha sostenuto il ministro per la Funzione pubblica, Fabiana Dadone, rispondendo il 25 marzo al question time alla Camera sulla diffusione dello smart working nella Pubblica amministrazione, evidenziando le risposte a livello regionale: “La Pubblica amministrazione e in particolare quella territoriale sta dimostrando di saper reggere all’emergenza Coronavirus”.

“Per quanto riguarda l’applicazione dello smart working nell’attuale contesto – dichiara Dadone – dai dati acquisiti dal Dipartimento della Funzione pubblica emerge una fortissima capacità di reazione da parte delle amministrazioni pubbliche, chiamate comunque a garantire, in tale contesto, la continuità dei servizi alla cittadinanza: la percentuale di lavoratori in smart working nelle amministrazioni centrali è pari, al momento, all’83%; l’Inps ha posto in smart working l’85% dei suoi dipendenti e l’Inail il 70%, ma il dato è in costante crescita”.

“I dati delle amministrazioni territoriali – aggiunge Dadone – dimostrano che sono state in grado di adeguarsi immediatamente e di ‘reggere’ l’impatto della condizione emergenziale. Abbiamo avviato quel monitoraggio che in passato non è mai stato così sistematico e proprio oggi sono arrivati i primi dati dalle Regioni”.

“Per citare, in questa sede, solo alcuni numeri specifici – prosegue Dadone -, nella Regione Piemonte sono in smart working 1711 dipendenti su un totale di n. 2954 (68%), ai quali vanno aggiunti 305 dipendenti già operativi in telelavoro domiciliare; nella Regione Lazio in smart working operano addirittura 4340 dipendenti su un totale di 4493 (96%); nella Regione Emilia Romagna i dipendenti in smart working sono circal’80%”.

“L’attuale emergenza – afferma Dadone – ci pone per così dire “forzatamente” di fronte alla rapidità di azione e adattamento, ma credo che lo smart working rappresenti, ben oltre il difficile momento contingente, il tassello strategico di una vera e propria rivoluzione culturale in ordine all’organizzazione del lavoro e della vita personale e sociale, un cambiamento che i dirigenti pubblici non devono ostacolare, ma devono promuovere e realizzare”.