Condividi, , Google Plus, LinkedIn,

Stampa

Roma, sampietrini «antichi» in vendita con lo sconto

Photo credit: Corriere Web

(come riportato da Paolo Conti sul Corriere della Sera)

Molti gli annunci sul web. E per un «sercio» basta mezzo euro. Ma è giusto disperdere così piccoli ma grandi pezzi della nostra storia urbanistica?

Sampietrini di basalto originali di antico centro storico per lastricati, viali, piazze, un euro al pezzo, disponibilità un centinaio».

Altra offerta: «Vendesi a euro 0.50 l’uno 400 mq di bellissimi sampietrini in basalto, originali di antico centro storico, misura 12X12, prezzo trattabile». Altro, molto esplicito e diretto: «Sanpietrini antichi romani vendo a due euro cadauno, quattro se pochi, un euro se tutti».

Non basta? «Vendo 3000 sampietrini romani misura 10X10 circa, trasporto a carico dell’acquirente». Segue numero di telefono e una tradizionale raccomandazione per chi vende on line: «Astenersi perditempo!» E si potrebbe continuare. Sono offerte commerciali, sulla Rete e su normali messaggi WhatsApp. Le foto sono chiarissime.

Ma è giusto disperdere così piccoli ma grandi pezzi della nostra vicenda urbanistica? Una premessa. Vista l’offerta così esplicita, con tanto di numeri di telefono, è difficile sostenere che ci sia dietro un traffico oscuro o illegale di sampietrini romani (sono ammesse le due versioni linguistiche, con la «m» e con la «n», ma il vocabolario Treccani indica «sampietrino» come primo lemma, quindi useremo questo).

Però colpisce una evidente coincidenza: i lavori nel centro storico, l’addio ai sampietrini in via IV Novembre (con l’asfalto attesissimo da automobilisti, ciclisti, motociclisti, conducenti di mezzi pubblici) e l’arrivo sul mercato di questa inedita quantità di sampietrini.

Per anni l’antico basolato ha procurato incidenti (anche gravi per molti motociclisti, soprattutto nelle giornate di pioggia) e la soluzione asfalto era l’unica percorribile.

La prossima tappa sarà via Nazionale, dove è prevista anche la realizzazione di una pista ciclabile: anche qui gli avvallamenti e le fosse con i sampietrini rappresentano un dramma, soprattutto per chi si muove su due ruote. Fatto sta che ora moltissimi di questi selci, o «serci» alla romana, sono in vendita. Rappresentano un capitolo importantissimo della storia di questa città.

Vennero usati per la prima volta sotto Sisto V ma il nome risale al 1725 quando la carrozza di Benedetto XIII Orsini quasi si ribaltò attraversando piazza San Pietro, ancora sterrata. Il prefetto della Fabbrica di san Pietro, monsignor Ludovico Sergardi, decise di pavimentare la piazza con i blocchetti che da allora presero quel nome e diventarono una caratteristica della nostra città, soprattutto da Benedetto XIII Corsini in poi (il suo papato comincia nel 1730).

Nel gennaio 2015 «Italia nostra» accusò la giunta Marino di disperdere i sampietrini, permettendone la vendita come gadget in alcune librerie. Poi si scoprì che erano pezzi unici regolarmente certificati dal progetto Aeterna Design in accordo col Campidoglio.

Oggi la vicenda è diversa, se ne vendono in grande quantità come «sampietrini antichi romani». Un solo quesito: tutto questo è giusto? Fa onore a Roma e alla sua storia? Nel frattempo le vendite continuano, a colpi di offerte…