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Roma, Raggi impallinata dal fuoco amico per il ruolo di commissario alle grandi infrastrutture

Come riporta “La Repubblica”, tra i 50 progetti che il governo Conte è pronto a sbloccare entro la fine di settembre ci sono anche tre opere per Roma (metro C, la chiusura dell’anello ferroviario e la Via Salaria a quattro corsie): tre grandi infrastrutture da affidare ad altrettanti commissari.

Nessuno di questi, come ha spiegato in un’intervista a Il Messaggero il viceministro grillino Giancarlo Cancelleri, sarà Virginia Raggi. Fuoco amico sulla sindaca, dunque.

Questa volta con effetti concreti: la prima cittadina si era fatta avanti per gestire fino alla fine del mandato i fondi e l’avanzamento dei lavori della terza linea della metropolitana, ma dall’esecutivo giallorosso adesso arriva un deciso “no”.

La ministra Paola De Micheli, ascoltato il suo Pd e pure le stroncature all’amministrazione Raggi del segretario Nicola Zingaretti, è infatti orientata a nominare profili tecnici già individuati tra le fila di Anas e Rfi. La richiesta è arrivata anche dai sindacati, che tra le vertenze su Ama e quelle su Roma Multiservizi sono ormai ai ferri corti con il Campidoglio 5S. Insomma, la capitale non pare destinata a essere trattata come le altre grandi città.

Qualche esempio: il sindaco Beppe Sala è stato il commissario dell’Expo di Milano e più di recente il collega Marco Bucci ha rivestito lo stesso ruolo a Genova per l’abbattimento del ponte Morandi e la realizzazione del nuovo attraversamento.

Virginia Raggi, nonostante le richieste di poteri straordinari per Roma e le interviste in cui ha spiegato di voler importare il modello genovese nella capitale, pare invece destinata a restare a bocca asciutta.