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Rapporti con gli Usa e 5G, Nadef e Autostrade: i dossier della settimana del Governo

Photo credit: Il Sole 24 Ore Web

(come riportato da Andrea Carli su Il Sole 24 Ore)

Dalla visita in Italia del segretario di Stato degli Stati Uniti Michael Pompeo all’ultimatum su Autostrade, alle prime indicazioni di politica economica in vista della gestione dei 209 miliardi del Next Generation Eu: nodi complessi, che richiedono una soluzione

Un’agenda non facile, caratterizzata da appuntamenti di peso. Mentre sul fronte del contenimento dell’epidemia Covid questa settimana dirà qualcosa sugli effetti della riaperture delle scuole sulla curva dei contagi, sul piano delle scelte di politica economica l’esecutivo si appresta ad affrontare tre dossier strategici. Il primo investe anche l’ambito della geopolitica e interessa i rapporti tra Italia e Stati Uniti da una parte, e Italia e Cina dall’altra, a partire dalla partita sul 5G.

Il secondo andrà a delineare una prima strategia di politica economica, prima tappa verso la gestione di quelle risorse europee attese non prima della primavera dell’anno prossimo. Il terzo riguarda quella che la ministra dell’Agricoltura e capodelegazione di Italia Viva al governo, Teresa Bellanova in passato non ha esitato a definire «una telenovela infinita», ovvero la vicenda delle concessioni autostradali.

Mercoledì 30 potrebbe potrebbero esserci delle novità, se non per tutti almeno per la maggior parte dei dossier. O questo è l’umore della vigilia. Il presidente del Consiglio incontrerà a palazzo Chigi il segretario di Stato degli Stati Uniti Michael Pompeo, in visita in Italia.

Il secondo appuntamento investirà il dossier dei conti pubblici: un consiglio dei ministri dovrebbe (il condizionale è d’obbligo considerato che l’ipotesi di uno slittamento nelle ultime ore si è fatta sempre più plausibile) varare la Nadef, ovvero la Nota di aggiornamento del Def, in cui compariranno le prime indicazioni sull’uso dei 209 miliardi del Next Generation Eu. Infine, un terzo appuntamento riguarderà la partita su Autostrade.

L’esecutivo ha lanciato l’ennesimo ultimatum ad Atlantia, la holding della famiglia Benetton, chiedendo entro il 30 di settembre risposte chiare e il ritorno sulla via tracciata a metà luglio per l’ingresso di Cdp nel capitale di Aspi. Altrimenti, come è emerso da un lungo vertice notturno a Palazzo Chigi, non resta che la revoca della concessione.

Governo stringe fila su 5G e attende Pompeo

In primissimo piano, dunque, la partita del 5G. Pompeo sbarcherà in Italia. E uno dei temi centrali con ogni probabilità sarà proprio questo dossier, che tanto sta a cuore dell’amministrazione americana e a Donald Trump, impegnato in un duro confronto con la Cina fra i dazi e il coronavirus, passano per il divieto a TikTok. L’Italia è destinataria delle avances cinesi, come dimostrano la visita del presidente cinese Xi Jinping nel marzo del 2019 e la sottoscrizione del Memorandum di intesa sulla Belt and Road Initiative (Bri) o, più di recente, la cosiddetta “diplomazia della mascherina”, che ha visto Pechino inviare equipaggiamenti sanitari e tre squadre di personale medico nei giorni difficili della gestione della pandemia, quando l’epicentro del contagio si è spostato da Wuhan alla Lombardia.

Le preoccupazioni Usa per l’influenza di Pechino

In occasione dell’ultima missione di Pompeo nella Penisola e della visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla Casa Bianca nell’ottobre del 2019, l’amministrazione Usa aveva ribadito le preoccupazioni americane legate agli alleati europei nell’ipotesi in cui avessero deciso di affidarsi per la realizzazione delle reti di nuova generazione al colosso tecnologico cinese Huawei. In una recente riunione di maggioranza a Palazzo Chigi, il Governo ha fatto il punto su questo aspetto.

L’esecutivo, hanno sottolineato fonti governative, ritiene «prioritario perseguire una strategia di indipendenza tecnologica nell’ambito dell’Unione europea». Una presa di posizione che è anche un segnale rassicurante all’alleato di sempre. Il governo, hanno continuato le stesse fonti in quell’occasione, condivide la piena «consapevolezza dei potenziali rischi connessi alle nuove tecnologie e la necessità di adottare nuove iniziative che rafforzino il livello di protezione, avendo come primario criterio di riferimento la tutela della sicurezza nazionale».

Verso il via libera alla Nadef

Un altro tema è quello della Nadef. Dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri mercoledì, ma non si esclude uno slittamento nei giorni a cavallo tra la fine della settimana e l’inizio della prossima.

Nel documento di finanza pubblica compariranno le prime indicazioni sull’uso del Recovery e sull’impatto che avrà sui conti pubblici. I numeri sono ancora soggetti a revisione, ma lo scenario dovrebbe essere quello di un rimbalzo del Pil 2021 al 6% (5,1% tendenziale, a politiche invariate) dopo il -8,9-9% previsto ora per quest’anno e a una riduzione del deficit intorno al 6% dopo il 10,6% con cui si potrebbe chiudere il 2020 (si veda anche Il Sole 24 Ore del 27 settembre). Il puzzle della manovra e del Piano di ripresa e resilienza andrà invece messo insieme per la metà ottobre, quando andranno inviati a Bruxelles entrambe le bozze.

L’ultimatum su Autostrade

I prossimi giorni potrebbero sbloccare il caso Autostrade. A più di due mesi dall’accordo per chiudere la partita dopo il crollo del Ponte Morandi, l’esecutivo ha lanciato l’ennesimo ultimatum alla società, chiedendo entro il 30 risposte chiare e il ritorno sulla via tracciata a metà luglio per l’ingresso di Cdp nel capitale di Aspi. Altrimenti, come è emerso da un lungo vertice notturno a Palazzo Chigi, non resta che la revoca della concessione.

Nei giorni scorsi Atlantia, la holding che controlla la concessionaria ha confermato a Cdp di voler tirar dritto sul percorso avviato per la dismissione della partecipazione nella concessionaria. Una mossa con cui Atlantia di fatto ha chiuso la trattativa, secondo fonti vicine a Cdp: escludendo la manleva al mercato sui danni di Genova, Cassa non può procedere. Immediata la replica della holding: «La manleva non esiste per grandi operazioni di mercato del mondo infrastrutturale». Poi è giunto l’ultimatum dell’esecutivo. Con Atlantia è resa dei conti.

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