Condividi, , Google Plus, LinkedIn,

Stampa

Pronto il pannello che blocca la diffusione di ogni virus

(come riportato da Sabino Cirulli su Le Strade dell’Informazione)

Un rivoluzionario materiale, brevettato da Acell Industries, nato sui set del cinema che ha suscitato l’interesse della Corea del Sud e degli USA

Un pannello in grado bloccare la diffusione non solo del COVID-19 ma di qualunque virus. Il merito è di Acell Foam, un rivoluzionario materiale brevettato da Acell Industries che grazie alle sue caratteristiche riesce a costituire uno schermo in grado di assicurare protezione contro ogni tipo di contagio.

Fino ad ora veniva usato in edilizia o per scopi militari essendo resistente alle intemperie, al fuoco ed anche alle esplosioni del tritolo ma la Corea del Sud ne ha fiutato la validità anche in materia di emergenza sanitaria tanto che sono in corso accordi riservatissimi con l’azienda che oltre alla Lombardia, ha sedi in Inghilterra, Irlanda e Russia.

Come riporta Il Sole 24 Ore, questo materiale non è nato in laboratorio, ma per esigenze cinematografiche. Infatti il fondatore e attuale presidente dell’azienda, Albino Albertelli, emigrato giovanissimo nel Regno Unito, si occupava, prima di divenire un industriale, di scenografia, lavorando sul set di celebri pellicole quali quelle della serie di James Bond. Nel frattempo studiava all’Università materiali che attraverso le quinte, replicassero edifici ed ambientazioni.

Un percorso che lo ha portato a costituire negli anni ’70 la Openwood Pic, che collabora con i più famosi studi di architettura inglesi ricostruendo e ristrutturando numerosi edifici. Il momento cruciale però arriva nel 2008 con la produzione di pannelli monolitici costituiti da un espanso fenolico minerale, con celle aperte, di diverse forme comunicanti tra loro con micro-percorsi rigidi e con una densità variabile.

Acell ne modifica la forma e la composizione a seconda degli usi richiesti nei vari ambiti, dall’isolamento elettrico e termico, all’assorbimento dei fumi e dei rumori oltre alla riduzione dello shock da impatto. Basti pensare che nel 2015 il genio dell’esercito ne ha saggiato le capacità con dei test di resistenza agli esplosivi al poligono di Capo Teulada.

L’impiego, quale deterrente alla diffusione del Covid, si sviluppa grazie ad una partnership con il Fraunhoffer Institute di Monaco di Baviera. Spiega infatti Albertelli che i pannelli grazie al micro-percorso interno obbligano il virus ad un tragitto lungo 17 chilometri, un viaggio che, se adeguatamente riscaldato ad alte temperature, di fatto distrugge qualsiasi particella. Ingabbiarle è molto semplice, serve solo una piccola pompa aspirante.

Ad esempio una scrivania rivestita con questi pannelli risucchia ed attira il Droplet di chi ci lavora neutralizzandolo. Un procedimento che si può riservare ad altri ambienti e pareti divisorie, non solo uffici ma ospedali.  Un prodotto di grande prospettiva. Dopo la Corea anche gli Stati Uniti sono molto interessati alle soluzioni di Acell che sta vagliando tra l’altro l’ipotesi di quotarsi in Borsa.