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Logistica: rotaia e strada insieme ai tempi del Covid

Photo credit: FS news

(come riportato su Le Strade dell’Informazione)

Nel Rapporto 2020 dell’Osservatorio Contract Logistics Gino Marchet della School of Management del Politecnico di Milano è emersa la capacità del trasporto intermodale di fronteggiare le pesanti difficoltà del lockdown

L’intermodalità una delle parole chiave per la logistica del futuro: l’esperienza dell’emergenza sanitaria ne ha evidenziato la strategicità. È questo uno dei temi emersi dal Rapporto 2020 dell’Osservatorio Contract Logistics Gino Marchet della School of Management del Politecnico di Milano. FS News ha approfondito i risultati della ricerca dell’Osservatorio.

Trend di mercato, impatto del Covid-19, soluzioni 4.0 e i Big Data Analytics applicati alla logistica del futuro, ma anche innovazione e startup, gli altri principali argomenti trattati nel convegno “Contract Logistics: dall’emergenza le basi per un nuovo futuro”, al quale hanno partecipato circa duemila manager della logistica. 

Nel corso della presentazione del Rapporto è stata evidenziata la capacità del trasporto intermodale di fronteggiare, nella fase acuta dell’emergenza sanitaria, quella del lockdown, le pesanti difficoltà incontrate dai mezzi su gomma per l’attraversamento delle frontiere.

Questo periodo particolarmente critico ha anche evidenziato la necessità di investimenti che rendano questa opzione sempre più attrattiva, superando alcuni limiti strutturali oggi penalizzanti. Ciò permetterebbe di spingere un trend già in atto che ha visto l’intermodalità strada e rotaia crescere nel triennio 2015-2018 di oltre il 50% come numero di operatori attivi nel mercato della Contract Logistics.

Nel 2019 “nell’Italia ante crisi, sono stati 286.343 i bancali di merce (pallet) trasportati in treno, pari a un più 108 per cento (vs 2018). Sono poi aumentate del 103 per cento le spedizioni e del 90 per cento le tonnellate che hanno viaggiato in treno rispetto all’anno precedente”.

Indicatori positivi hanno permesso al Gruppo FS – si legge su FS News – “di trasportare in Italia e in Europa oltre cinque milioni di tonnellate di merci nel periodo del lockdown totale (marzo-maggio 2020). Farmaci e materiale medico sanitario, ma anche latte, zucchero, cereali, prodotti agroalimentari e ittici, acqua minerale e bevande, strumentazioni per l’impiantistica e le riparazioni.

E ancora pellet per riscaldamento domestico, ricambi, elettronica di consumo, apparecchi per l’illuminazione, vestiario tecnico e carburante per le Forze dell’ordine e l’Esercito. Il trasporto merci su ferro si è rivelato così la modalità più sicura e affidabile per contrastare la diffusione del Coronavirus”.

La risposta generale data dall’intero settore all’emergenza Covid è stata oggetto di attenta analisi nella ricerca dell’Osservatorio. Le difficoltà oggettive hanno dato vita anche a vere e proprie forme di sharing economy, con la condivisione di asset provenienti dai settori bloccati durante il periodo di chiusura forzata.

Fondamentale, l’apporto dell’outsourcing, che ha consentito un rapido adeguamento della capacità operativa, spostando personale da comparti fermi ad altri con picchi di domanda, e ha aiutato a riconfigurare velocemente il network logistico, aprendo nuovi depositi e spostando grandi quantità di merce.

Nel 2020, sottolinea lo studio dell’Osservatorio, è atteso un calo del 9,3 per cento del mercato della Contract Logistics, a causa della riduzione dell’export e del traffico merci dovute alle restrizioni imposte dall’emergenza Covid 19. Ma per il 2021 è prevista una ripresa grazie alla capacità di resilienza del sistema logistico, a una maggiore digitalizzazione dei processi e puntando sempre più alla sicurezza sui luoghi di lavoro.

Si veda https://blog.osservatori.net/it_it/logistica-conto-terzi-significato-evoluzione.