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Lavoro, il paradosso italiano: i posti ci sono ma non si trovano i lavoratori

Photo credit: Avvenire.it

(come riportato da Barbara Ardù su La Repubblica)

Secondo una ricerca inedita di Manpower Group l’Italia è tra i primi Paesi al mondo dove c’è una distanza altissima tra offerta e domanda di lavoro.

Non si trovano figure professionali specifiche, dai saldatori a medici, infermieri, tecnici meccanici e informatici. Eppure le Regioni nel 2018 hanno speso 2,4 miliardi in politiche di formazione

Un po’ di lavoro ci sarebbe. Peccato che non si trovi chi sappia farlo. Prima nel coronavirus in Europa, l’Italia si conferma tra i primi Paesi nel mondo anche per la distanza tra offerta e domanda di lavoro. Come dire che le imprese hanno bisogno di figure professionali che però non trovano. Si sa da tempo. Ce lo ricorda puntualmente il Sistema Excelsior di Unioncamere, con un dato che si aggira attorno intorno al 32,8%.

Un dato che però, secondo uno studio inedito di Manpower Group, multinazionale Usa del lavoro, è ancora ottimista. “L’Italia si conferma anche quest’anno tra i Paesi con il più elevato talent shortage al mondo – dichiara Riccardo Barberis, ad per l’Italia di Manpower – il 47% delle aziende non riesce a reclutare talenti con le giuste competenze, un dato che raggiunge l’84% nelle organizzazioni con più di 250 occupati”.

Certo non accade solo da noi. Va così un po’ ovunque, tant’è che si tratta di un valore che è raddoppiato nel mondo negli ultimi dieci anni. Consoliamoci dunque perché siamo al terso posto della classifica insieme a Stati Uniti, Messico e in compagnia di Svezia, Finlandia, Ungheria e Slovenia. Su 40 Paesi analizzati solo il 18% non è toccato dal fenomeno.

Certo, tecnologia e digitalizzazione hanno cambiato il modo di lavorare, gli stipendi (almeno in Italia) sono scesi, abbiamo pochi laureati, ma tant’è si tratta di un dato preoccupante e che in fondo boccia il mondo della formazione (quella regionale almeno) sul quale il Paese nel 2018 ha speso 2,4 miliardi di euro.

Sono dieci le figure specializzate difficili da reperire in Italia. “Tutte in ambito tecnico, elettrico, ingegneristico e meccanico, ma c’è carenza anche di personale medico, finanziario, informatico e di vendita- spiega Barberis – per fare alcuni esempi importanti.

E in un contesto di forte trasformazione tecnologica diventa dunque fondamentale per le aziende investire in formazione per rinnovare le competenze e cercare di attrarre talenti, ascoltando anche i bisogni delle persone, che mutano”.

Tornando alle dieci professionalità più richieste i dati confermano le tendenze degli anni precedenti. Tra i professionisti più difficili da reperire a livello globale nel 2019, ci sono figure specializzate come gli elettricisti, i saldatori, gli esperti di marketing e il personale tecnico.

Ma nella top 10 dei lavoratori più richiesti dalle aziende entrano nell’ultimo anno anche i professionisti del settore sanitario perché c’è una maggiore esigenza di cure legata all’invecchiamento della popolazione mondiale. Il numero chiuso a medicina certo non ha aiutato. Escono invece dalla lista stilata da Manpower Group mestieri come l’avvocato, il project manager e gli operatori di call center: tutte professioni per le quali i crescenti livelli di automazione potrebbero aver determinato una riduzione dei task richiesti ai lavoratori, con conseguente calo della domanda di questi profili.

Le 10 professioni più ricercate 

  1. Operai specializzati (elettricisti, saldatori, meccanici)
  2. Vendite e marketing (sales) (rappresentanti/manager di vendita, grafici)
  3. Tecnici (responsabili del controllo qualità, personale tecnico)
  4. Ingegneri (chimici, elettrici, civili, meccanici)
  5. Autisti e logistica (autocarri, consegne, edilizia, trasporti pubblici)
  6. Informatica (esperti di cybersecurity, amministratori di rete, supporto tecnico)
  7. Contabilità e finanza (contabili, revisori, analisti finanziari certificati)
  8. Industria manifatturiera (operatori CNC di macchine e addetti alla produzione)
  9. Edilizia (operai)
  10. Sanità (medici, infermieri e altro personale sanitario non infermieristico)